Sovicille si trova a circa 10 km. ad ovest di Siena, sulla direttrice che porta a Massa Marittima e Follonica.
Il territorio del Comune oscilla tra i 200 e i 618 metri d’altitudine, con una superficie totale di 14.376 ettari, ed è uno dei più estesi tra i 36 comuni della Provincia. Le frazioni più popolose del Comune sono San Rocco a Pilli e Rosia.
Da lontano Sovicille appare come una piccola isola immersa nel verde dei boschi. Avvicinandosi al paese, balza agli occhi l’imponenza del palazzo Nuti-Palmieri, ora Lechner, con la sua elegante scalinata che scende verso il parco. L’andamento curvilineo del palazzo settecentesco, dimostra che fu edificato sulla cinta muraria esistente intorno al paese. Anche oggi è ben visibile l’ultima cerchia perimetrale (che risale al 1479) oltre che nel palazzo, nei tratti di mura rimasti ad ovest ed in altri edifici costruiti sulle mura stesse.
La struttura del nucleo antico di Sovicille, a forma ellittica, denota la sua origine etrusca. Infatti questo popolo, e successivamente i romani, fondavano i loro villaggi sullo spartiacque delle colline per scopi difensivi eper evitare inondazioni e malaria. Il nome Sovicille, secondo alcuni storici potrebbe significare “Suavis locus ille” (quel soave luogo), ma la tesi più accreditata lo fa derivare dal greco sukon-siconio (fiore del fico), in latino sofficum. In tale luogo, infatti, crescevano molte piante di fico e il primo nome che troviamo di questo antico castello in un documento dell’Archivio di Stato di Siena, datato 1004, è Suffichillum.
Il centro storico di Sovicille ha conservato le dimensioni che aveva nel ‘300, senza espandersi ulteriormente, perché nel corso dei secoli ha subito guerre, incendi e numerose pestilenze. La più tragica fu la peste nera del 1348 che da maggio ad agosto decimò la popolazione, come successe anche a Siena.
Entrati in paese ed osservando l’andamento curvilineo di via Roma e le antiche pietre del palazzo con il civico 27 (attuale sede della Pro Loco), si può intuire benissimo che le case sulla destra corrispondono alla prima cinta muraria dell’antico castello medievale. Il palazzo con il civico 30 è stato eretto nel XVII secolo come palazzo pretorio. Lo stemma araldico posto sul lato sinistro di detto palazzo è delle famiglie Niccolini e Fortini, tra i primi podestà giunti a Sovicille dopo la caduta della Repubblica di Siena (1555).
Al numero civico 26, l’edificio con gli archi a tutto sesto, ora richiusi, risale al XVI secolo. All’inizio di via Valfonda è ben evidente un loggiato, fortunatamente integro, dei primi decenni del XVI secolo, progettato da Baldassarre Peruzzi.
Giunti sulla piazza possiamo notare la sua forma rettangolare. Ciò fa ipotizzare che nell’alto medioevo l’incastellamento fatto al tempo dei romani, fosse riutilizzato anche dai longobardi, che usavano costruire quattro torri agli angoli del quadrilatero, con le antiche strade “cardo e decumano” che si incrociavano ad angolo retto. Queste vie sono ovviamente scomparse, ma una è rintracciabile nel vicolo accanto alla chiesa (ora chiuso da una abitazione) e sulla Porta Senese ad est, attualmente di proprietà privata.
Delle antiche torri restano tracce nei documenti e nella base del campanile. Nel 1864 fu abbattuta l’ultima torre nel luogo dove è costruito l’attuale Palazzo Municipale. I più antichi palazzi sono quello a nord, con resti duecenteschi (una colonna di sostegno visibile all’interno del Bar), quello adiacente al Palazzo Comunale e l’altro grande, di fronte. Vicino a questo notiamo un palazzo con i loggiati richiusi che risale al XVIII secolo, ricostruito probabilmente su disegni peruzziani.
Sotto la piazza esistono cunicoli scavati nella roccia in epoca medievale che servivano per sfuggire agli assedi. Al posto del Monumento ai Caduti, fino agli anni ‘20, esisteva un pozzo-cisterna per l’approvvigionamento idrico del paese. I negozi della piazza, fino alla metà del secolo scorso, erano stalle per asini e muli, poiché Sovicille era un paese di carbonai, boscaioli e barrocciai.
L’antica chiesa intitolata a S.Lorenzo Martire è si-tuata nella Piazza principale del Castello. E’ ricordata già negli Statuti Comunali del 1237.
Sicuramente fu edificata su una parte dell’antica cinta muraria del castello; infatti si può vedere che la parte inferiore del campanile, in stile romanico, fu costruita sulle basi di una antica torre. La chiesa era suffraganea alla Pieve del Ponte allo Spino fino ai primi decenni del XIV secolo, dopo di che fu trasformata da semplice canonica di castello a Pieve.
L’edificio ha un’unica navata e mostra modesti caratteri neogotici; è stato restau-rato alla fine del XIX secolo spostando l’orientamento della chiesa e l’ingresso. Il reperto più importante è l’architrave della piccola porta di accesso sulla sinistra della chiesa, forse pre-medievale o addirittura bizantina, probabilmente traslata dalla Pieve del Ponte allo Spino durante i rifacimenti avvenuti nei primi anni del XIII se-colo. Su questo è scolpito a rilievo una sorta di “ludo venatorio” (caccia ai mostri del male), dove compaiono un cavaliere armato, un uomo con faretra e un arciere che combattono un drago. Anticamente questa canonica era intitolata ai Santi Lorenzo e Agata.
All’interno troviamo un bellissimo affresco attribuito a Giorgio di Giovanni, seguace del Beccafumi (1538-1559), che rappresenta la Madonna con Bambino fra i Santi Cristoforo e Onofrio da una parte e Lucia e Martino dall’altra. La tela della cappella destra rappresenta la Madonna con Bambino tra i Santi Giovanni Evangelista, Michele Arcan-gelo, Caterina d’Alessandria, Agata, Lorenzo, Pietro e i Cherubini nella parte in alto, attribuita ad Alessandro Casolani (1552-1553/1607). La tela del transetto sinistro è attribuita ad un seguace del Riccio. L’altare e il presbiterio sono di marmo giallo (Broccatello) della Monta-gnola. All’ingresso, sulla sini-stra, possiamo ammirare un affresco con tarsie in marmo, eseguito dai maestri Rolando Montagnani e Paolo Angeli, e donato alla chiesa.
Tale immagine rappresenta il Santo Patrono del Comune e della chiesa stessa: S.Lorenzo Martire.
Questa popolosa frazione del Comune di Sovicille si è notevolmente estesa negli ultimi decenni lungo le pendici della collina sulla quale svetta il campanile della chiesa parrocchiale.
Il paese si era originariamente sviluppato lungo l’antica strada etrusca che collegava Siena a Poggio Civitate e a Roselle (GR).
Si hanno notizie di un’ antica strada carrareccia sin dal 1270, quando l’attuale paese era un agglomerato di case sparse presso questa via carraia, la quale in alcuni punti permetteva lo scambio tra i carri che andavano e venivano da Siena, trasportando le merci ed i prodotti agricoli del Piano della Selva (Piano del Padule).
Nel 1561, per volontà di diciannove persone del luogo, nacque l’attuale confraternita di San Rocco, che dette poi il nome a tutta la contrada.
Nella zona più alta di San Rocco si erge la chiesa di San Bartolomeo, che ha avuto una storia abbastanza travagliata.
Di origine medievale è nominata già nel 1389, nel 1635 vi fu aggiunto il fonte battesimale, diventando così Pieve. Poiché è stata costruita su un terreno friabile ha subito numerose chiusure al culto e altrettanti restauri.
Nel 1824 la nobile famiglia D’Elci, proprietaria della vici-
na villa di Cavaglioni, nonché di una vasta tenuta, provvide a far ricostruire la Chiesa su disegno dell’ architetto Agostino Fantastici.
Un ulteriore restauro, ben fatto, è stato necessario negli ultimi anni ed attualmente la Chiesa è riaperta al culto.
La pieve viene ricordata già nel XII secolo ed ebbe grande importanza in tutto il territorio. Alla fine del XVI secolo era una vicaria che comprendeva Sovicille, Torri, Orgia, Pentolina, Stigliano e Brenna. Nel ‘300 fu oggetto di importanti rifacimenti, infatti subì il ribaltamento dell’impianto: l’attuale facciata corrisponde infatti alla parete terminale dell’edificio romanico.
La chiesa si presenta oggi con un impianto basilicale di forma rettangolare, diviso in tre navate da quattro ampi valichi sostenuti da pilastri quadrati, resi leggermente cruciformi da tagli angolari. All’interno il fonte battesimale, di artista senese e realizzato nel 1332, collocato nella parete destra della porta, raffigura nella parte frontale il Battesimo di Cristo tra cinque angeli. Sull’altare laterale destro possiamo ammirare una tavola di Guidoccio Cozzarelli: Madonna in Trono col Bambino Gesù, San Sebastiano e Sant’Antonio Abate, eseguita nel XV secolo. La copertura è in legname.
La facciata, caratterizzata da un bel paramento murario in filaretto di calcare cavernoso, reca ancora le tre finestre romaniche a doppio strombo, che in origine illuminavano il presbiterio. L’elemento più importante è il campanile, che affianca la chiesa a metà del lato destro. E’ conservato molto bene, anche se il coronamento a merli è un’aggiunta moderna. Si articola in una successione di ripiani con aperture monofore, bifore, trifore e tetrafore e con i piani segnati da ricorsi di arcatelle pensili.
Il modello lombardo è palese e si può considerare uno dei più belli in Toscana, anche se appare tra i più tardi campanili romanici presenti nel senese.
Il territorio comunale di si estende dalla Montagnola Senese alla Valle del fiume Merse. Il paesaggio è assai vario: boscoso nelle zone collinari che si susseguono dal Poggio di Siena Vecchia al Poggio la Torretta, densamente coltivato nelle zone pianeggianti tra Ampugnano ed Orgia. La zona vanta antichi insediamenti umani, provati da reperti preistorici: età della pietra a Personata, nella Piana dello Spino e a Brenna; età del bronzo a Cetinale, a Partena, al Poggio di Siena Vecchia e a Montarrenti; età del ferro a Cetinale, nei dintorni di Rosia, e ancora nel Poggio di Siena Vecchia. Molteplici sono i ritrovamenti di insediamenti etruschi: La Valle del Luco, Poggio alla Piana, Ancaiano, Cetinale, Partena e Toiano. Testimonianze di epoca romana si trovano a Stigliano, Rosia, Palazzone, Caggio di San Rocco a Pilli, Poggio Luco vicino a Malignano, Barontoli, Simignano, Toiano e Sovicille. Tracce di insediamenti Bizantini e Longobardi sono a Filetta, Caggio di Sovicille e Orgia.
Tra il XII e il XIII secolo furono edificate varie chiese e, in seguito alla formazione dei Comuni (Siena 1130), rimasero alla Diocesi di Volterra le Pievi di Pernina, di Molli, di S.Giusto a Balli e la canonica di Trecciano.
Andarono a far parte della Diocesi di Siena le Pievi di San Lorenzo Martire, situata all’interno del vecchio castello, la Pieve di S.Maria del Ponte allo Spino, quella di Rosia e di Recenza.
Nello stesso periodo furono costruite case torri ; castelli; gualchiere e molini.
Il comune di Sovicille vanta, in Toscana, il numero più elevato di borghi medievali (circa 55) di cui alcuni scomparsi, altri ridotti a case coloniche, altri ancora conservati fino ad oggi senza rimaneggiamenti (il Palazzaccio di Toiano ne è un tipico esempio). Sono di notevole suggestione, perché rimasti immutati nel tempo, piccoli borghi come Tonni, Toiano e Tegoia, dove il tempo sembra essersi fermato.
Alla fine del XV secolo, nacque ad Ancaiano uno dei maggiori pittori ed architetti del rinascimento italiano, Baldassarre Tommaso Peruzzi, il cui operato è ben visibile nel territorio comunale.
Nel periodo di crisi dovuto alla caduta della Repubblica Senese (1555), si verificò una stasi nello sviluppo economico, artistico ed architettonico che si protrasse fino alla metà del ‘600.
Risalgono alla fine del XVII secolo la chiesa di Ancaiano e la Villa di Cetinale, successivamente furono costruite altre ville: a Toiano, a Sovicille, a San Rocco a Pilli e ad Ucciano.
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