San Giovanni d’Asso

Il territorio di San Giovanni d'Asso è un esempio raro di connubio armonico tra natura e l'impronta dell'uomo.
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Il Comune di San Giovanni d’Asso si trova a sud della provincia di Siena, fra le le Crete Senesi e la Val d’Orcia.
Il territorio di San Giovanni d’Asso è un esempio raro di connubio armonico tra natura e l’impronta dell’uomo. Ricchissimo di casali, piccoli borghi, castelli, pievi, ben distribuiti su tutto il territorio. Il Comune attuale risale all’epoca del Risorgimento (1870); la sua base economica è sempre l’agricoltura, benché, durante la prima metà del ventesimo secolo era attiva a Montisi una miniera di lignite, un tipo di carbone di importanza strategica durante le due guerre mondiali e gli anni trenta.

Con il tumultuoso sviluppo economico e industriale degli anni cinquanta/sessanta, il nostro comune ha subito una significativa diminuzione della popolazione, in particolare dei giovani, che si sono trasferiti verso i grandi centri industriali. Negli stessi anni si è verificata anche la fine della mezzadria (un sistema medievale di gestione dell’agricoltura, dove il prodotto del lavoro del contadino veniva suddiviso con il proprietario del fondo). Oggi, l’economia del nostro comune si basa su un’agricoltura qualificata (olio, vino, formaggi) e un settore turistico in continua espansione. Inoltre, San Giovanni d’Asso è uno dei più importanti centri internazionali per la raccolta del tartufo bianco.

Il Castello

Con molta probabilità la nascita del Castello e del villaggio che si formò attorno si può far risalire al alto Medioevo, nei secoli in cui si ebbe il fenomeno dell’incastellamento; infatti nell’antichità etrusco-romana gli insediamenti umani, nel nostro territorio, erano disposti lungo 1’asse Cosona-Lucignano-Pava-Pieve a Salti In questo periodo si sviluppo anche la zona di Borgo di Sotto, presso la sorgente delle Fonti e dove sorse la canonica di S. Pietro in Villore, piccolo gioiello di arte romanica.

La prima notizia che abbiamo, riguardo al Castello, risale al 1151, quando il feudatario, Paltonieri di Forteguerra, sottomise se stesso ed i suoi castelli a Siena; alcuni decenni dopo (1178) sappiamo che era di proprietà di Ugolino Scolari, visconte di Chiusdino, che fece anch’egli atto di sottomissione a Siena; passo, in seguito, ai conti di Civitella non senza contrasto con la famiglia Scolari. Si sviluppò in questo periodo, con più intensità, lungo la Valle dell’Asso, l’espansione della proprietà fondiaria appartenente a nobili famiglie e istituzioni senesi. L’importanza economica della zona e sottolineata anche dalla forte tassa straordinaria di 250 lire che Siena impose ai Sangiovannesi nel 1208, e dalle attenzioni della stessa città nel regolare le acque dell’Asso nella piana fra Lucignano e Monterongriffoli alia fine del secolo XIII.

Verso la fine del Duecento troviamo che un certo messer Pepone, native del castello, ne era il proprietario, e che lo stesso, nel 1296, lo vende ai Buonsignori i quali ne vennero in effettivo possesso dopo vari contrasti e per intervento del Podestà di Siena Uberto Rubaconte. Poco dopo i Buonsignori venderono il castello con le sue pertinenze ai Salimbeni che, quasi subito, lo cedettero al Cardinale Riccardo Petroni. Dobbiamo al Cardinale il completamento degli edifici del castello, la costruzione della chiesa di San Giovanni Battista (in sostituzione di quella piccola e inadatta inserita nel fortilizio) e la donazione alla stessa di numerose reliquie.

Di questo periodo è anche il Palazzo del Comune, sebbene gli Statuti rimastici siano dell’anno 1492, Ma altri componenti della famiglia Petroni vennero in forte contrasto con gli abitanti del Comune di San Giovanni causando gravi danni alla chiesa di San Pietro in Villore tanto da essere multati da Siena di alcune migliaia di fiorini (1314). La famiglia Petroni tenne il possesso del “feudo” dal 1303 al 1472 quando Donna Alessandra, sposando Benedetto Martinozzi, lo portò in dote ai Signori di Montelifre.

Nell’anno 1539 Benedetto del fu Giovanni di Benedetto Martinozzi vendè il palazzo, le terre e i diritti su San Giovanni d’Asso a Giulio Pannilini. La famiglia Pannilini ne conservò il possesso fino agli inizi del secolo scorso. L’immobile passò, nel corso del Novecento, in mano di vari privati fino a quando il Comune di San Giovanni d’Asso ne acquistò il possesso di circa una metà nell’anno 1990 e ne curò il restauro.

La chiesa romanica di San Pietro in Villore

Non è facile stabilire il tempo della fondazione; ma tenendo conto della media valle dell’Asso, l’origine della nostra chiesa risale agli inizi del secolo XII°. Ma ad opera di chi? Chi la dotò dei beni necessari allo svolgersi della vita in comune del clero che ne faceva parte? La larghezza dei mezzi testimoniata da quanto ci rimane di essa (la croce dipinta del secolo XII° conservata nella Pinacoteca di Siena; due preziosi trittici di scuola senese del 1300, di cui uno di Ugolino di Neri, entrato recentemente con la donazione Contini-Bonaccossi, in Palazzo Pitti a Firenze; la chiesa del secolo XII° con le parti rifatte nel secolo XIII°) “inclinano – afferma Tafi – a pensare piuttosto ad una munifica fondazione di qualche pia consorteria signorile che ad una fondazione dell’autorità ecclesiastica o ad una iniziativa popolare”.

Nel secolo XV° cominciò la decadenza di San Pietro in Villore, e precisamente a partire dal 1492, allorchè fu costituita in chiesa parrocchiale la chiesa di San Giovanni Battista all’interno del paese. E pochi anni dopo, nel 1577, il trasferimento del fonte battesimale e del titolo di Pieve da Santa Maria a Pava a San Giovanni d’Asso segnò il tramonto anche della Pieve di Pava. Era finito il tempo delle pievi e delle canoniche. Certamente al turista che, dopo aver visitato questo piccolo gioiello d’arte, torna al frastuono caotico della grande città, rimarranno negli occhi e nel cuore il barbaro frastaglio del portale, le esili colonnette della cripta ed il campanile nel cielo azzurro fra le punte verdi dei cipressi.

La Grancia di Montisi

Storia della Grancia di Montisi “Una bella fortezza a uso di palazzo con torre, suoi antiporti e ponte levatoio, con chiostro in mezzo e con una bella cisterna murata, con fossi e controfossi intorno e con tutte quelle appartenenze che si richiedono ad una fortezza da rendersene bene sicuro … ” Così viene definita la Grancia di Montisi in un documento cinquecentesco che delinea la struttura di questa storica dimora, costruita dall’Ospedale di S.Maria della Scala di Siena al limite occidentale del borgo medievale di Montisi. Grancia {o Grangia) e il nome con cui vennero identificate quelle grandi fattorie fortificate – dotate di ampi granai, cantine e oliviere – che l’Ospedale costrui lungo la via Francigena o nelle vicinanze, allo scopo di immagazzinare, custodire e difendere i prodotti provenienti dai vasti territori posseduti nelle valli dell’Orcia e dell’Arbia, nelle “crete ” senesi e in Maremma.

La loro formazione era nata dall’esigenza di accorpare i vari possedimenti in entità unitarie ed organiche, per una migliore razionalizzazione delle produzioni agricole. Le funzioni organizzative e amministrative delle singole unità vennero affidate a frati granceri almeno fino al sec. XV. Successivamente 1’Ospedale affidò tale incarico a personaggi laici. II nucleo più antico e importante di queste Grance (Cuna, Serre di Rapolano, Montisi, S.Quirico e Spedaletto) si formò tra la fine del 1200 e i primi anni del 1300, spesso attraverso la ristrutturazione e l’ampliamento di più antichi edifici e fortezze, come presumibilmente avvenne anche per la Grancia di Montisi.

Meteo San Giovanni d’Asso

Che tempo fa a San Giovanni d’Asso? Di seguito le temperature e le previsioni meteo a San Giovanni d’Asso nei prossimi giorni.

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Dove dormire a San Giovanni d’Asso

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