Pieve a Nievole

Il centro di Pieve a Nievole prende il nome dalla pieve di San Pietro a Neure, di origini antichissime, posta sulle falde meridionali del poggio di Montecatini lungo la la direttrice Lucca - Pistoia sull’antica via Cassia.
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Il centro prende il nome dalla pieve di San Pietro a Neure, di origini antichissime, posta sulle falde meridionali del poggio di Montecatini lungo la la direttrice Lucca – Pistoia sull’antica via Cassia.
Si ritiene che fosse stata fondata dal vescovo di Lucca, Frediano, forse prima che la Valdinievole fosse invasa dai Longobardi, nel 570. Ad ogni modo abbiamo notizia per la prima volta della chiesa da un documento del settecento, oggi custodito nell’archivio arcivescovile di Lucca. In quel documento il vescovo di Pistoia, Giovanni, si impegnava con il vescovo di Lucca, Balsari, a riconoscere la giurisdizione di quest’ultimo sulle pievi di Neure e di Celle.

L’importanza della pieve crebbe così tanto, probabilmente a ragione della sua posizione, che negli anni intorno al Mille dipendevano da essa almeno dieci cappelle.
A seguito degli eventi bellici che interessarono la Valdinievole fra il XII e il XV secolo, tuttavia, il pievano con il suo capitolo si trasferisce a Montecatini nella chiesa di San Michele, che assumerà nel tempo, oltre ai molteplici benefici, il nome della pieve madre, la quale a sua volta sarà in seguito dedicata a san Marco.

Questo passaggio, così importante per la storia del luogo, è raffigurato simbolicamente nello stemma comunale stesso, in cui le chiavi di san Pietro, antico patrono, sono sostenute dal leone alato dell’evangelista Marco.
Verso la fine del cinquecento la chiesa di San Pietro cominciò ad essere denominata di San Marco e solo nel 1908 fu riconosciuto alla chiesa di Pieve a Nievole il diritto di essere nuovamente intitolata a San Pietro.

La Pieve nel XIX secolo

Dal XIX secolo grazie all’incremento delle attività agricole, Pieve a Nievole conobbe una seconda fase di crescita in cui rivestì grande importanza, come già per il centro medioevale, la direttrice costituita dalla strada che attraverso Serravalle Pistoiese da un lato e Montecatini dall’altro collega Pistoia a Lucca. La stessa piazza del mercato – risistemata nella sua fisionomia attuale solo all’inizio di questo secolo – si attesta lungo questa importante via commerciale. In tempi più moderni alla strada si sono affiancate con identica direzione la tranvia, la ferrovia e oggi l’autostrada.

La costruzione della ferrovia Pistoia – Lucca – Pisa fu considerata una delle realizzazioni più rilevanti in Toscana del secolo scorso. La sua esecuzione fu affidata, nel dicembre 1841, ad una società costituitasi a Lucca con la partecipazione anche di capitali stranieri e la sua realizzazione, iniziata nel 1853, durò tre anni. Il passaggio della nuova linea ferroviaria accelerò notevolmente il processo di progressivo spostamento della popolazione verso la fascia pedecollinare. Pieve era anche divenuta, insieme ai bagni di Montecatini, sede della stazione ferroviaria e divenne così un importante centro capace di attirare gli abitanti dei comuni limitrofi. Pieve a Nievole all’ombra dei bagni di Montecatini, crebbe così di importanza e alla fine del 1800 cominciò a far sentire il peso di questa nuova situazione avanzando a più riprese la richiesta di diventare comune autonomo.

Il museo della città e del territorio

Poiché la struttura museale raccoglie materiali di natura e di tipo diverso, dal reperto archeologico al documento fotografico e sonoro, dall’oggetto d’arte ai modelli ricostruttivi, è stata studiata una organizzazione per settori, ognuno dei quali, tramite una opportuna selezione di materiali e oggetti, si configura come una Sezione funzionale.

Le Sezioni per ora realizzate sono in numero di dieci cui si aggiunge quella di Ingresso (Ambiente e Storia) che ha funzione di coordinamento.
Elemento portante del percorso museale è la esplicitazione delle interazioni fra l’uomo e l’ambiente e delle corrispettive forme di organizzazione del territorio verificatesi nel tempo storico e fino all’oggi.

Villa Martini

La villa Martini, oggi di proprietà comunale, sorge poco fuori del paese in una località detta Renatico, sulla strada che sale al castello. Fu costruita per Ferdinando Martini intorno al 1887 su progetto dell’architetto Cesare Spighi, secondo il gusto eclettico del secondo Ottocento toscano.
La villa si presenta oggi nel suo aspetto ottocentesco d’edificio parallelepipedo su due piani, ed è caratterizzata da un doppio ordine di finestre e da una scalinata d’accesso a doppia rampa.

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