Pianosa si trova a sud dell’Elba. quasi invisibile da lontano, a causa della modesta altezza, se ne intuisce la presenza per la nuvola che la sovrasta costantemente durante la stagione calda. Persino la vegetazione è bassa, una gariga compatta, che combatte una dura battaglia contro la siccità. La storia narra che nel 1553 /’isola fu messa a ferro e fuoco dai pirati Dragut e Kara Mustafà, che distrussero il castello pisano, uccisero buona parte della popolazione e deportarono i superstiti. Pianosa rimase allora disabitata fino a quando non divenne penitenziario di massima sicurezza.
Questo amaro destino ha preservato ‘isola da insediamenti turistici e altre attività economiche, difendendone i fondali che sono fra i più integri del Mediterraneo. È ancora notevole la presenza del corallo rosso, scomparso quasi ovunque. Interessante anche fa fauna, con alcune lucertole endemiche e numerosi gruccioni, un colorato uccello che arriva dall’Africa per nidificare nei pochi punti ancora tranquilli della zona. Da poco è visitabile tutti i martedi.
I fascino di Pianosa si evidenzia sia ammirando il piumaggio sia ascoltando il canto degli uccelH; che si può dit;e costituiscano la sola popolazione dell’isola, visto che di esseri umani se ne contano all’incirca una ventina. Qui nidificano molti volatili, tra il quali più spettaccolare è il gruccione.
Pianosa ha un suo tesoro archeologico che è rappresentato delle catacombe che narrano gli aibori della civiltà cristiana: si tratta di un complesso monumentale che risalirebbe al III – IV secolo d.C., quando i prigionieri cristiani, vittime delle persecuzioni imperialistiche vennero condannati a lavorare nelle cave di tufo dell’isola. Grazie ai recenti interventi di restauro, ben presto sarà permesso al pubblico di visitarle. Dalla splendida Cala Giovanna si giunge alle uniche vestigia romane rimaste sulilisola, i bagni e la villa di Agrippa. I bagni di Agrippa sono stati recentemente oggetto di un restauro curato e condotto dalla Sovrintendenza Archeologica della Toscana e sono dunque aperti al pubblico.
Visite sperimentali a numero chiuso fino ad un massimo di 100 persone al giorno.
Da colonia penale di massima sicurezza a oasi naturale.
Completamente inserita nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, mai prima d’ora era stato possibile visitare quest’isola tanto proibita quanto incontaminata.
Durante la visita è richiesto un rigoroso rispetto dell’ambiente.
L’isola di Pianosa è frazione del comune di Campo nell’Elba, dista da Marina di Campo 14 Km, ha un perimetro di 26 Km, una superficie di 10,2 Kmq, la massima altitudine è 29 metri a Punta Brigantina ed al Belvedere (ma l’isolotto della Scola è alto 32 m).
Dal 1996 l’isola e dal 1997 il mare di Pianosa, per uno sviluppo di un miglio marino, sono compresi nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
L’isola è una pianeggiante formazione costituita da rocce sedimentarie e da accumuli conchiliferi che racchiudono preziosi fossili marini.
Lungo la fascia costiera la vegetazione di macchia bassa è caratterizzata da ginepro fenicio, cisto, mirto e lentisco; la parte interna del territorio, suddivisa da superbi muretti a secco, mostra invece residue coltivazioni a ulivo e distese a gariga dove le erbe spontanee hanno sostituito i coltivi a graminacee: si ricordi il detto elbano “mi costa più dell’orzo di Pianosa” per rammentare la fatica di quanti hanno qui vissuto e lavorato.
Rare le essenze arboree: sporadici esemplari di leccio ma soprattutto alberature dei viali a eucalipto e rarefatte pinete di rimboschimento a pino d’Aleppo.
Importante è la presenza dell’avifauna sia stanziale che di passo: si possono incontrare l’upupa, la pernice rossa, il gruccione, veder volare il falco pellegrino e il gheppio; lungo le coste la significativa presenza del raro gabbiano corso, del marangone dal ciuffo e della berta maggiore. Spesso si possono ammirare branchi di delfini che nuotano nelle acque incontaminate del Santuario internazionale dei cetacei.
Arrivati al paese ci accoglie l’architettura particolare del porticciolo di Pianosa, voluto dal Ponticelli, uno dei primi direttori del carcere, ma un grande fascino ha anche il Forte Teglia, edificio storico di epoca Napoleonica.
L’intera isola, dopo la chiusura del carcere, è in completa trasformazione, per questo la visita al paese è organizzata attraverso un percorso con guida ambientale (è assolutamente vietato abbandonare il percorso e/o la guida).
Ristrutturate le catacombe (probabilmente risalenti alla fine del IV sec. dC): la speranza di tutti è che il previsto insediamento di una comunità monastica benedettina sull’isola possa consentire la visita di questo incredibile patrimonio religioso e culturale.
Attraverso l’apposito sentiero segnalato è possibile accedere alla bella spiaggia di Cala Giovanna, unica zona dove è consentita la balneazione.
La passeggiata che costeggia la spiaggia di Cala Giovanna ci consente di arrivare alle spalle dei resti dei Bagni di Agrippa, interessante complesso termale del I sec. dC parte di un più vasto insediamento Romano, in corso di completo recupero.
La visita dell’area racchiusa oltre il muro Dalla Chiesa è possibile solo con apposita prenotazione. L’isola di Pianosa è un territorio fragile e di estrema bellezza. Rispettare l’ambiente, il territorio ed il ricordo di quanti qui hanno vissuto è un grande dovere etico per tutti noi.
Ogni risorsa naturale in una piccola isola è un bene prezioso, ognuno di noi può contribuire a far vivere Pianosa: non abbandonate rifiuti, non raccogliete piante, non molestate animali, non raccogliete pietre o manufatti e darete una mano alla rinascita di una delle più belle isole d’Italia.
E’ possibile visitare l’isola di Pianosa con visite guidate e a numero di partecipanti limitato.
Da Porto Azzurro con il traghetto Planasia della compagnia di Navigazione Toremar.
Da Campo nell’Elba, ultimo molo presso la diga foranea (durata della traversata 45 min. circa):
Per lo sbarco a Pianosa è obbligatorio il biglietto di ingresso nell’area protetta.