La Toscana è la terra dei Medici, del Duomo di Firenze e della Torre Pendente di Pisa, luogo d’arte e cultura ma è anche terra fertile e rigogliosa per l’agricoltura e famosa nel mondo per l’eccellenza dei suoi vini. Filari di uve pregiate crescono sulle dolci colline, tra splendidi paesaggi e antiche vie, che diventano veri itinerari da seguire per chi desidera perdersi tra colori e produzione gastronomica locale.
Le Strade del Vino di Toscana, insieme a quelle dei Sapori, sono uno dei tragitti più interessanti per scoprire gli angoli meno conosciuti del territorio, ville e casali, fattorie e cantine dove degustare le migliori etichette. Vedere dove crescono le uve più famose al mondo, conoscere le tecniche di produzione, avventurarsi nelle fattorie e assaporare i prodotti del territorio e, perché no, conoscere più da vicino la “gente di Toscana”: le strade del Vino e dei Sapori sono anche questo.
Un ideale filo rosso unisce così i vigneti dei Colli di Candia e della Lunigiana a quelli del Montecarlo, i rossi della Strada del Chianti Rufina e Pomino a quelli della Strada Medicea di Carmignano. Percorsi attraverso paesaggi mutevoli e panorami indimenticabili, come quelli che si possono godere attraversando le colline pisane o i colli fiorentini e che parlano dei loro prodotti, famosi nel mondo. E allora come non perdersi a San Gimignano tra torri e Vernaccia o nella Montagna Pistoiese tra ricotta e succulenti delizie della tradizione gastronomica?
Gli itinerari che uniscono il piacere dell’arte o della scoperta di borghi storici a tradizione e degustazione sono davvero molteplici ed eterogenei e spaziano da un lato all’altro del territorio. Dal mare, con le prelibatezze delle strade della Costa degli Etruschi o della Maremma alle splendide campagne di Montespertoli o di Montepulciano e delle loro famose etichette.
O ancora come non incantarsi di fronte alle strade che portano da Siena ad Arezzo e che parlano delle colture del vino, del sapore corposo dei suoi rossi? O come non sognare di abbandonarsi al sereno muoversi delle foglie di olivo sotto l’azzurro nel cielo nelle terre di Leonardo, nel Montalbano o gustare i marron glaces a Marradi, nel Mugello?
Dal Casentino all’Amiata, dai paesaggi della Valdorcia ai sapori della Valtiberina in un percorso di inesauribile fascino e seduzione, che porta ad avventurarsi verso luoghi lontani dalle grandi città d’arte ma che raccontano di un pezzo di Toscana inedito, fatto dei frutti della terra, di agricoltura, dei sapori e dell’ospitalità che caratterizza la sua gente.
Il Comune di Montepulciano ha circa 15.000 abitanti di cui un terzo nel capoluogo e si estende per una superficie di 165 Kmq; è il Comune più grande tra dieci della Valdichiana senese. Si innalza su un colle a 605 metri sul livello del mare e da esso si può spaziare sulle vallate e i territori di questo comune; il paesaggio è reso ancor più gradevole dalle coltivazioni di olivi e vigneti e dai molteplici aspetti naturali della zona come le colline cretose e i cipressi che modellano verticalmente il paesaggio.
Dal palazzo rinascimentale del Comune si intravedono i Monti Sibillini e il Cimone e con tempo eccezionalmente chiaro il Gran Sasso d’Abruzzo. Da Montepulciano sono facilmente raggiungibili la Val d’Orcia (Pienza, San Quirico, Bagno Vignoni), l’Amiata, l’Umbria (Perugia, Assisi, il Lago Trasimeno) e il Lazio.
Le origini del Vino Nobile di Montepulciano sono antichissime e intimamente legate alla storia di Montepulciano, la presenza di cantine perfettamente integrate nel centro storico ne è la testimonianza più evidente.
La fiorente storia commerciale della Città evidenzia, nella ricca mole di documenti e notizie presenti negli archivi poliziani, come già nel 1350 si fossero stabilite clausole e norme per il commercio e l’esportazione del Vino Nobile di Montepulciano. Nella seconda metà del ‘500, Papa Paolo III decantò le qualità mirabili del Vino Nobile. Francesco Redi nella sua opera “Bacco in Toscana” lo definì “D’ogni vino il Re” e nella seconda metà del ‘700 il vino di Montepulciano fu definito e descritto come “Nobile” segno evidente dell’alto livello di impegno qualitativo sostenuto per la sua produzione. La fama del Vino Nobile valicò i confini nazionali; Voltaire ne parlò nel celebre “Candido”, senza contare gli estimatori d’oltreoceano come i Presidenti degli Stati Uniti Martin Van Buren e Thomas Jefferson.
L’Associazione Strada del Vino Nobile di Montepulciano si è costituita l’8 aprile 1998 con lo scopo di valorizzare e tutelare l’immagine complessiva del territorio di Montepulciano, territorio di alta vocazione vitivinicola, ma anche ricco, per la plurisecolare storia, di tradizioni di grande rilevanza culturale.
La Strada del Vino presenta l’offerta del territorio e della sua cultura, delle sue tradizioni produttive tipiche, delle sue attrattive naturalistiche, culturali e storiche e la combinazione d’insieme offre uno splendido esempio di turismo enogastronomico, inteso come un modo con il quale ognuno potrà arricchire la propria cultura.
La strada dei Vini di Montepulciano permette di scoprire chiese, monumenti, borghi, attrezzature turistiche e termali di altissima qualità. La “Strada del Vino Nobile” e il suo centro di informazioni hanno sede nel Palazzo del Capitano del Popolo, già dichiarato immobile di interesse storico e architettonico, situato nella magnifica cornice di Piazza Grande (si affacciano su di essa il Palazzo Comunale, il Duomo ed alcuni palazzi Rinascimentali). Il Centro Informazioni è facilmente raggiungibile ed è di facile accesso, è il fulcro fondamentale della Strada del Vino, indirizza e divulga le informazioni relative alle realtà enoturistiche del territorio di Montepulciano.
Gli itinerari enoturistici presenti nel territorio sono i seguenti:
A) Itinerario – Centro Storico
B) Itinerario – Cervognano
C) Itinerario – Gracciano
D) Itinerario – Valiano
La segnaletica, adeguatamente predisposta, permette di individuare agevolmente il complesso degli itinerari specifici, il centro di informazione e le aziende aderenti, rappresentanti tutte la realtà produttive di Montepulciano. Il maggior numero di esse è rappresentato da aziende vitivinicole, ma sono presenti anche esercizi agrituristici, alberghi, ristoranti, Enoteche, Aziende specializzate il produzioni tipiche.
Immediatamente a est di Firenze si apre un territorio incantato quello del Chianti Rufina Docg e del Pomino Doc, due vini di diversa personalità e caratteristiche, entrambi conosciuti e apprezzati da secoli. Su queste colline che si protendono verso gli Appennini, la grande civiltà toscana si sublima in un paesaggio costellato da torri, antichi manieri, ville cinquecentesche e pievi romaniche.
Qui Giotto visse la sua adolescenza artistica; qui le grandi famiglie fiorentine eressero le proprie ville e i propri castelli; qui la cristianità toscana ebbe alcuni tra i suoi maggiori luoghi di culto. In questo paesaggio ancora tutto da scoprire è nata la Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino, della quale fanno parte sedici aziende vitivinicole e alcuni ristoranti, agriturismi, artigiani e agenzie di servizio.
Attraverso la visita alle cantine, la Strada propone un percorso alla scoperta delle tante bellezze di un territorio assai circoscritto e delimitato da cinque Comuni che lo delimitano: Pontassieve, Pelago, Rùfina, Londa e Dicomano. Una delle caratteristiche più interessanti della Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino è data dalla sua estrema vicinanza a Firenze, che la rende fruibile anche per brevi escursioni giornaliere.
La presenza di alcune tra le pievi romaniche più belle della Toscana e di castelli dà al turista la possibilità di diversificare il percorso a proprio piacimento e a seconda del tempo a disposizione. L’agenzia di viaggio socia della Strada ha infatti creato pacchetti turistici adatti a tutte le esigenze, da quelli della durata di alcune ore a quelli settimanali. Ciò che tuttavia rende il percorso particolarmente stimolante sono le diverse realtà che si incontrano nelle sedici aziende vitivinicole che fanno parte della Strada. Manieri medievali con cantine sotterranee; antichi fortilizi nel corso dei secoli trasformati in amene residenze di campagna; sfarzose ville rinascimentali che dominano le colline circostanti.
Ogni azienda offre suggestioni diverse, e tutte insieme raccontano la storia di questo fantastico territorio e delle famiglie che lo hanno per secoli coltivato. Questa è un’altra delle peculiarità della Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino: i produttori vitivinicoli sono infatti tutti originari della zona, e le loro tradizioni familiari affondano le proprie radici nella storia del territorio.
Parlando con i produttori, dunque, il turista entra in contatto con dei personaggi che hanno vissuto la storia dei luoghi e che conoscono alla perfezione gli usi, i costumi e le tradizioni di questa magica terra che dà vita a grandi vini. Ma la zona di produzione del Chianti Rùfina non è nota soltanto per i suoi vini, perché la tradizione gastronomica locale è una delle più affascinanti dell’intera Toscana.
Nei ristoranti che hanno aderito alla Strada tutti i piatti raccontano la storia delle massaie di un tempo che dedicavano alla cucina gran parte della propria giornata lavorativa. Antichi sapori sapientemente rivisitati alla luce delle più moderne esigenze di gusto e di alimentazione.
Dai salumi ai formaggi – passando attraverso le zuppe, la pasta fatta in casa, le bistecche provenienti dai vicini allevamenti del Mugello e gli spezzatini cotti nel Chianti Rùfina – fino ad arrivare ai dolci. Non solo vino, dunque, nella Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino. Il vino, prodotto principe di questo angolo di Toscana, diventa tuttavia l’ideale compagno che rivela inattese visioni di terra e di cielo.
Vigneti circondati da impenetrabili boschi; olivi e cipressi che seguono le dolci curve delle colline; torri e campanili di pietra che svettano leggeri verso il cielo. Arte e natura, vino e gastronomia, sport e divertimento: questo e molto altro ancora vi aspetta nella Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino.
Il comprensori pisano è una zona che si estende dai rilievi; a sud della città di Pisa e lungo il torrente Era. Il paesaggio di questa zona è costituito dalle pianure e colline che arrivano fino ad un altitudine di 200 metri sul livello del mare.
La tradizione vinicola di questa zona ha origini antichissime; notizie certe sono rilevabili da scritti del 1400, dove si fa riferimento ai vini prodotti nelle colline Pisane.
Qui l’agricoltura e la viticoltura furono potenziate con l’avvento del Granducato di Toscana, e secondo alcune testimonianze scritte, giungevano al mercato di Firenze ottimi vini prodotti “da un Trebbiano di notevole pregio”.
Secondo gli “Annali Camaldolesi” esisteva una località, detta “Curtis San Torpis”, oggetto. di una donazione nell’anno 780 a favore dell’Abbazia di San Savino, che produceva un attimo vino. bianco.
Nel 1965 i viticoltori delle colline pisane, riuniti in un consorzio, decisero di ricollegarsi alla tradizione storica scegliendo, per il vino prodotto in quest’area con il nome del centurione romano Torpè.
I terreni di questa zona sano di origine alluvionale e presentano una, composizione prevalentemente argillosa. Il Vitigno più utilizzato è il Trebbiano Toscano. Uno dei DOC Pisani è il Montescudaio Rosso DOC, prodotto a Montescudaio, con uve Sangiovese, Malvasia del Chianti e Vermentico. La gradazione alcolica e di circa 11,5°, il colore rosso rubino e il profumo intenso, fruttato, fine e persistente.
Sapore asciutto, sapido ed armonico si sposa ottimamente con primi piatti sostanziosi e con le carni bianche in genere.
La Strada del vino delle Terre di Arezzo si snoda in una dolcissima campagna con vini eccellenti, artigianato tradizionale e proposte gastronomiche tipiche e di qualità.
Il percorso di circa 200 km. attraversa diverse zone viticole: Chianti D.O.C.G., Chianti Colli aretini D.O.C.G., Colli Etruria Centrale D.O.C., Valdichiana D.O.C. e Cortona D.O.C. Vinsanto del Chianti D.O.C. e del Chianti Colli Aretini D.O.C. .
Al paesaggio tipicamente toscano con vigneti, oliveti, coltivazioni di tabacco, castagneti, boschi, si aggiungono le bellezze artistiche e archeologiche che si incontrano lungo tutto il percorso. Si parte da S.Giovanni Valdarno andando verso Montevarchi, da dove inizia lo specifico percorso naturalistico di Cavriglia.
Una incredibile varietà di ambienti caratterizza quest’angolo di Valdarno.
Filari di viti su terrazzamenti con muri a secco, borghi e castelli. Vicino a Cavriglia, il Roseto Fineschi – oltre 8.500 varietà di rose – ed il parco di Cavriglia, nel cuore dei monti Chiantigiani.
Si rientra nella strada principale verso Mercatale Valdarno e si prosegue tra vigneti e monumenti come la Torre di Galatrona, la Pieve di Petrolo fino a Bucine. Al bivio di Capannole inizia un altro percorso tra castelli e oliveti che porta a Pergine e Montozzi, ove dagli oliveti centenari che circondano il paese viene estratto l’ottimo olio extra vergine di oliva, e a Civitella, dalla cui Rocca si gode un bellissimo panorama su tutto il Valdarno da un lato e la Valdichiana aretina dall’altro.
Ripartendo dal bivio di Capannole ci si dirige verso il cuore della Valdambra, con il castello di Cennina, l’antica Abbazia di Ruoti e i borghi incastellati sulle colline. Da Ambra un altro itinerario, “la via di Montebenichi”, attravesa il suggestivo paesaggio collinare con numerosi esempi di edilizia rurale perfettamente integrati nel territorio ed oggi adibiti ad agriturismo.
Tra vigneti ed oliveti, la Pieve di S. Maria in Altaserra, il borgo con Palazzo Stendardi o di Capitan Goro da Montebenichi che militò al comando di Giovanni dalle Bande Nere (XVI sec.), e la piazza con il castelletto restaurato in stile aragonese ai primi del ‘900. Continuando nella strada principale da Ambra verso la Colonna del Grillo la strada si apre con i suoi vigneti in direzione di Monte S. Savino, costeggiando lo storico Castello di Gargonza.
Da Monte San Savino ci si inoltra per la Valdichiana fino a Lucignano, dalla caratteristica pianta a spirale, e poi Foiano; dopo una sosta al Tempio dell’Ammannati a Pozzo della Chiana, si sale a Cortona con i suoi scavi archeologici etruschi e romani, il Museo dell’Accademia Etrusca ed un panorama stupendo su tutta la Valdichiana.
Ed eccoci nel cuore della Valdichiana con un altro itinerario tra le estensioni di vigneti, oliveti e con le imponenti case leopoldine, che raccontano la storia di questa valle bonificata dal Granduca Leopoldo. Continuando sulla strada statale Umbro Casentinese si incontra Castiglion Fiorentino, con la bella piazza testimonianza del genio del Sangallo, e si giunge ad Arezzo, città medievale circondata da colline di vigneti ed oliveti, sorge al centro di quattro vallate ricche di storia, di cultura, oltre che di prodotti agroalimentari di altissima qualità.
Da ricordare la famosa Fiera dell’Antiquariato che si svolge nelle strade del centro storico ogni mese. Due i musei, quello etrusco ospitato in un convento olivetano sorto sull’anfiteatro romano, e la ricchissima pinacoteca medievale; numerosi i monumenti artistici, dove spiccano le opere di Piero della Francesca, Giorgio Vasari e Andrea della Robbia solo per citarne alcuni. Da Arezzo la Provinciale dei Sette Ponti si snoda ai piedi del Pratomagno.
I bei vigneti su terrazzamenti sono un esempio di perfetta armonia tra l’uomo e la natura. Sul percorso, il borgo rurale fortificato del Borro per giungere poi a Loro Ciuffenna, nelle cui vicinanze si trova la Pieve romanica di Gropina. Si torna infine a San Giovanni Valdarno, passando da Castelfranco.
Ulteriori indicazioni sono disponibili presso il Punto di informazione situato nella bellissima Piazza Grande di Arezzo ed i punti informatizzati dislocati nel territorio. Percorrendo questo itinerario non si esauriscono certo le ricchezze offerte dal territorio, ma si ha l’occasione di conoscere i vini aretini, la gastronomia, la gente, l’ospitalità, le tradizioni, la natura, l’arte, e già emerge con evidenza l’alta qualità della vita nelle TERRE DI AREZZO.
Il vino di Carmignano, già rinomato più di sei secoli fa, e acquistato e rivenduto a caro prezzo dall’oculato mercante pratese Francesco Datini, ebbe un importante riconoscimento col bando di tutela di Cosimo III (1716), che stabiliva regole, controlli e zone di produzione dei quattro vini più apprezzati: tra questi il Chianti e il Carmignano.
L’opera di valorizzazione e tutela dei prodotti dell’area è oggi portata avanti dalla congragazione dei vini di Carmignano, che ha ottenuto la prestigiosa Denominazione di Origine Controllata e Garantita DOCG per il “Carmignano” (composto principalmente di sangiovese e cabernet) e il “Chianti Montalbano” (sangiovese, canaiolo ecc.), mentre sono ottimi DOC il “Vin Ruspo” (giovane e frizzante, ottenuto con mosto fatto fermentare a bassa temperatura) e l’eccezionale “Vin Santo: il mosto ottenuto da uve bianche appassite sulle stuoie fino a gennaio, viene maturato in caratelli posti nei sottotetti.
Ci permettiamo di concludere con l’avvertimento del Redi:
sarìa gran follia, e bruttissimo peccato, bevere il Carmignan quando è innacquato!
Il Museo, dedicato alla Strada Medicea dei Vini di Carmignano, condensa informazioni che rimandano all’esterno: quando si conclude la visita alle sue stanze inizia infatti quella alle cantine delle fattorie ma anche alle ville, alle pievi, alle tombe etrusche, al Parco Museo Quinto Martini, ai sentieri per il trekking, ai menù dei ristoranti.
L’ingresso, segnato dai colori secenteschi delle Uve di Bartolomeo Bimbi sui due lati di uno stretto corridoio, è un’immersione immediata nella suggestione di un filare di vigna immaginata.
Segue una sintesi storica della formazione del territorio comunale che dialoga con quella del vino: da un lato la tomba di Montefortini, la Villa di Artimino, il Parco Museo Quinto Martini e dall’altro un cratere etrusco, un boccale rinascimentale, un fiasco destrutturato da Quinto Martini.
Dalla sintesi poi, all’analisi con l’approccio diretto al documento: splendide colorate mappe settecentesche del Barco Reale e di fattorie, statuti comunali, lettere di fattori, libretti colonici.
Del percorso fanno parte le soste: da uno schermo è possibile consultare una ricca raccolta di video-interviste con vari testimoni dell’agricoltura locale. Della mezzadria, matrice di ogni vino toscano, si fornisce il quadro della sua evoluzione nel tempo attraverso una scelta di immagini sui segni superstiti della tradizione oltre a materie e strumenti pertinenti al tema: terra, pietra, castagno, cristalli di solfato di rame.
Si passa poi ad uno spazio dove si ricostruisce la fama conquistata e attestata nei secoli dal Carmignano.
All’interno di esso è stata anche depositata la collezione di vini di Federigo Melis, profondo conoscitore delle caratteristiche di moltissimi vini di tutti i paesi europei. Più di 800 bottiglie ordinate per aree territoriali e perfino per produttori ci documentano la produzione vinicola dei primi decenni del dopoguerra.
Il percorso si conclude ponendo le premesse per la sua continuazione all’esterno: in un ampio spazio vengono fornite informazioni anche cartografiche sulle strade del vino regionali e locali ed è sollecitata la navigazione nel tema: terminali di computer per visitare via Internet altri Musei e temi legati al modo di fare e gustare il vino nel tempo.
Luoghi di rara bellezza, con una storia da raccontare: ecco le incantevoli colline lucchesi. Sentieri naturalistici ricchi di tradizione contadine, ville cinquecentesche e ottocentesche di ineguagliabile bellezza decadente, colli bordati da olivi e vigneti centenari in mezzo ai quali la fede dei secoli passati ha edificato pievi e chiese dagli alti campanili sono le suggestive atmosfere attraversate dalla Strada del Vino dei Colli Lucchesi Montecarlo DOC.
Itinerari e percorsi, ideali per una gita in bicicletta, dalle suggestive pendici di Pieve S.Stefano scendono fino a S.Gennaro e, oltre Montecarlo, verso le colline di Porcari e Altopascio, dove la vite si estende rigogliosa e iI paesaggio è scandito dall’antica geometria dei filari.
E’ la zona di produzione dei DOC Colline Lucchesi e Montecarlo. II clima dolce, l’esposizione a mezzogiorno e la presenza di cime più alte che proteggono dai freddi di settentrione contribuiscono a una produzione forte, sana, con alto tasso zuccherino e intensi profumi.
I turisti che percorrono la “Strada del Vino” possono trovare un’ottima accoglienza agrituristica, servizi informativi e, soprattutto, la possibilità di scoprire, insieme con le cantine e i prodotti vitivinicoli che da secoli caratterizzano l’antica via “vinaria”, l’artigianato artistico locale e, perché no?, i piatti tipici della zona.
E’ la zona di produzione dei DOC Colline Lucchesi e Montecarlo. II clima dolce, l’esposizione a mezzogiorno e la presenza di cime più alte che proteggono dai freddi di settentrione contribuiscono a una produzione forte, sana, con alto tasso zuccherino e intensi profumi.
I turisti che percorrono la “Strada del Vino” possono trovare un’ottima accoglienza agrituristica, servizi informativi e, soprattutto, la possibilità di scoprire, insieme con le cantine e i prodotti vitivinicoli che da secoli caratterizzano l’antica via “vinaria”, l’artigianato artistico locale e, perché no?, i piatti tipici della zona.
Si snoda all’interno del comprensorio delle Colline Metallifere dell’alta Maremma grossetana. L’itinerario turistico parte dalla scoperta delle cantine delle aziende vitivinicole per allargarsi agli agriturismi, alle enoteche, ai buoni ristoranti, ai produttori di tipicità locali, a botteghe artigiane di qualità.
Il viaggiatore della strada del vino si troverà in un ambiente naturale in cui i tratti peculiari della Toscana si sposano con le caratteristiche della selvaggia Maremma: tutti i centri lambiti dalla strada sono ricchi di storia e molteplici sono le emergenze ambientali, artistiche e storiche, che si incontrano lungo il reticolo dei micropercorsi.
La DOC del Monteregio ha ben otto tipologie che rappresentano una realtà composita del mondo vitivinicolo locale e che offrono ai produttori l’occasione di valorizzare tutta una serie di vitigni che da tempo fanno parte del patrimonio vitato grossetano.
Segnalato da una ben visibile cartellonistica, il percorso che si snoda nel comune di Roccastrada interessa sia le maggiori località del territorio, da Ribolla, a Montemassi, Sassofortino, Roccatederighi, Roccastrada e Sticciano Scalo, che zone di pianura e zone collinari come Pian del Bichi, Montelattaia, Meleta, Peruzzo e altre ancora.
A suggello della strada del vino, a Roccastrada è stato costituito dall’Amministrazione Comunale un Museo della Vite e del Vino in alcuni locali di Piazza dell’Orologio, proprio nel centro storico.
I locali erano originariamente un’antica cantina scavata nella roccia ed è prevista anche una terrazza esterna, da cui ammirare il panorama. Nel Museo, oltre ad informazioni sulle strade del vino toscane ed in particolare su quella del Monteregio, sono collocati importanti reperti archeologici a testimonianza dell’antica presenza dell’attività vinicola sul territorio.
Si produce con uve dì Sangiovese (minimo 80 per cento) ed di eventuali altri vitigni a bacca rossa non aromatici (singolarmente nel limite del 10 per cento o congiuntamente non oltre il 20 per cento). Ha un colore rubino di buona intensità; odore vinoso, fruttato, sapore secco. Gradazione minima: 11,5) Uso: da pasto.
Con un invecchiamento di due anni, di cui sei mesi in botti di legno e tre mesi di affinamento in bottiglia e con una gradazione minima di 12 questo vino può portare in etichetta la menzione “riserva”; in questo caso ha un colore rosso rubino di buona intensità tendente al granato, l’odore è vinoso; il profumo intenso, fruttato e il sapore secco. Uso: con carni rosse. Con una vinificazione condotta secondo la tecnica della macerazione carbonica per almeno il 40 per cento si ottiene invece il tipo “novello”, dal colore rubino, l’odore vinoso, fruttato, il sapore asciutto, leggermente acidulo, sapido. Gradazione minima 11. Uso: da pasto.
Si produce con le stesse uve dei vini rossi. Ha un colore rosa di buona intensità, l’odore è vinoso, il profumo intenso, fruttato, il sapore secco. Gradazione minima: 11. Uso: con salumi e zuppe.
Si produce con le uve dei vitigni Trebbiano toscano, Vermentino, Malvasia, Malvasia bianca di Candia e Ansonica e di eventuali altri vitigni di bacca bianca. Ha un colore giallo paglierino tenue, l’odore è intenso e delicato, il sapore asciutta, di media corposità. Gradazione minima: 11. Uso: da pesce.
Si produce con le uve del vitigno omonimo in percentuale minima del 90 per cento e l’eventuale aggiunta di uve di altri vitigni a bacca bianca. Ha un colore paglierino brillante, a volte con riflessi verdolini, un odore delicata, caratteristico, il sapore è secco, morbido, vellutato. Gradazione minima: 11,5. Uso: da pesce.
Si produce con le uve dei vitigni Trebbiano toscano e Malvasia (minimo 70 per cento da soli o congiuntamente) e con quelle di altri vitigni a bacca bianca, sottoposte ad un appassimento naturale. Ha un colare giallo paglierina dal dorato fino all’ambrata intenso, il sapore è armonico, vellutato, con più pronunciata rotondità per il tipo amabile. L’invecchiamento è obbligatorio, dai tre ai quattro anni per il tipo “riserva”. Gradazione minima: 16. Uso: da dessert.
Si produce con le uve Sangiovese e Malvasia nera e di eventuali altri vitigni a bacca nera. Ha uncolore caldo intenso, il sapore è dolce, morbido, vellutato e rotondo. Gradazione minima: 16. Uso: da dessert.
La Strada del Vino Costa degli Etruschi propone i suoi grandi vini e un un territorio, situato in una fascia parallela e contigua al mare
Grandissimi vini, tanto grandi da far assurgere questa zona agli onori delle cronache di riviste specializzate e degli intenditori di tutto il mondo.
Una località a pochi chilometri da Bolgheri: La California. Forse era proprio destino che questa zona diventasse “La California” d’Italia o, come altri dicono, il Bordeaux italiano. Dalle due sorelle del dantesco Conte Ugolino Della Gherardesca, discendono due dinastie di viticoltori, poiché una sposò una Incisa della Rocchetta e l’altra un Antinori Mario Incisa “inventa” il Sassicaia, definito da un noto mensile “il vino italiano più famoso del mondo“.
Gli Antinori portano la secolare esperienza ed il prestigio di “vinattieri” noti in ogni dove. Lodovico Antinori crea una delle cantine più suggestive d’Italia e comincia a produrre il prestigioso “Ornellaia“, che, nel 1995, riceve il riconoscimento dalla rivista Decanter quale migliore cabernet italiano: nel 2002, miglior vino al mondo. Piero Antinori converte la produzione di rosè, di gran moda negli anni ’70, in un magnifico Guado al Tasso, che si colloca subito ai vertici della produzione enologica nazionale.
Ma il processo non si arresta qui: accanto al Sassicaia, all’Orneliaia, al Guado al Tasso, si assiste ad un fiorire di giovani ed entusiasti produttori che raggiungono i vertici qualitativi dei grandi nomi e si conquistano presto una meritata fama e non solo nel territorio di Bolgheri, ma anche nelle limitrofe DOC di Montescudaio e di Vai di Cornia. Nasce così la Strada del Vino Costa degli Etruschi.
Grandi vini, produttori giovani ed entusiasti, ma soprattutto un territorio, situato in una fascia parallela e contigua al mare, dotato di tutto ciò che un visitatore può desiderare di trovare: borghi medioevali, nei quali la vita scorre ad un ritmo a misura umana, colline coperte da boschi nei quali è frequente l’incontro con cinghiali, daini e caprioli, panorami che sposano il verde della vegetazione all’azzurro intenso del mare, una popolazione gioviale ed accogliente, cibi naturali e ricchi di sapori, che invitano ad assaggiare gli stupendi vini, frutto di queste terre.
La Strada del Vino vi condurrà attraverso itinerari culturali, ambientai i ed enogastronomici con una perfetta integrazione tra spirito e materia.Da Montescudaio, Guardistallo e Casale, i tre comuni più a nord nell’antico feudo dei Della Gherardesca, possiamo giungere, con opportune deviazioni, a Montecatini Vai di Cecina. La maggiore concentrazione di cantine si trova nei dintorni del paese, nei pressi di Castellina Marittima e a Montecatini.
Ai lati del viale dei cipressi di Bolgheri, si trovano i vigneti del Sassicaia, e le cantine di produzione dell’Orneliaia e Le Macchiole. Alcuni frantoi, poco distanti dalla strada, rappresentano una sosta istruttiva sulla lavorazione a freddo dell’olio extravergine di oliva.