Sovana, piccola frazione del comune di Sorano abitata da meno di 500 persone, è una piccola gemma nella Maremma grossetana. Siamo in posizione molto isolata, lontani dai circuiti turistici di massa ma comunque molto vicini ad alcune delle località più blasonate della Toscana, come Pitigliano o le terme di Saturnia.
Sovana si rivelerà una parentesi incantevole del vostro viaggio: scoprirete un piccolo borgo costruito sul tufo, che ebbe origine al tempo degli Etruschi, si sviluppò nel Medioevo e si ampliò nel Rinascimento. Dopo secoli di decadenza e di abbandono, Sovana è stata riscoperta nel XX secolo grazie all’alto potenziale turistico e alle bellezze dei dintorni, che l’hanno portata in pochi anni a diventare parte dell’associazione dei borghi più belli d’Italia.
A Sovana potrete visitare il piccolo borgo storico, che nonostante la sua estensione limitata ha dalla sua una serie di attrazioni davvero molto interessanti, e poi dedicarvi alla scoperta dei bellissimi dintorni.
Nonostante la sua estensione limitata, sono molte le cose da vedere a Sovana. Durante la vostra permanenza, non perdetevele nemmeno una.
Situata lungo la strada che collega la frazione di Sovana a San Martino sul Fiora, la Necropoli (scoperta nel 1843 da parte di Ainsley) è sempre stata meta di visite sia di turisti che di studiosi che oltre a scavi archeologici, hanno anche lasciato descrizioni affascinanti della Necropoli stessa oltre che del paesaggio circostante.
Proprio una di queste descrizioni, quella di George Dennis del 1848, diede a Sovana ed ai suoi ritrovamenti, un importanza internazionale.
Da allora furono avviati molti scavi, anche se non sempre per motivi scientifici, e soltanto dal 1925 si può parlare di una vera e propria attività di studio e rilevamento completo delle parti architettoniche delle tombe che erano state scoperte in precedenza (tra queste la Tomba Ildebranda grazie ai fratelli Rosi).
La necropoli di Sovana non è la più estesa rispetto alle necropoli di zone vicine, ma sicuramente è un esempio unico per la varietà di tombe che vi si possono trovare e che esprimono tutta la bellezza dell’ architettura e dell’ arte etrusca.
Questa tomba molto probabilmente risale al III sec. a.C. Delle 8 colonne che la componevano, oggi ne rimane una soltanto. Al centro di questo colonnato era posto l’ingresso della camera sepolcrale. Anche in questo caso la facciata doveva essere ricoperta completamente di stucco nei colori cromatici secondo il gusto tipico degli etruschi. All’interno del “pronaos” si possono trovare cassettoni a riquadrature piane molto semplici.
Risale al II sec. a.C. ed è un tipico esempio di tomba a timpano con portico. Il nome è dovuto ad una scultura decorativa ritrovata al suo interno raffigurante appunto una testa di Tifone, mostro mitologico dell’antica Grecia. Anche in questo caso, come nella tomba Ildebranda, è molto evidente l’influsso della civiltà ellenica su quella etrusca.
Datata intorno al III sec. a.C., questa tomba deve il suo nome al ritrovamento durante degli scavi, di una testa di Sileno. Di tipo a “edicola”, vi si nota un certo distacco dallo stile ellenico, a cominciare dallo stile delle quattro colonne più vicino allo ionico piuttosto che al dorico. Anche la leggenda dei Sileni risale alla mitologia greca e vengono raffigurati con sembianze tra l’umano e il ferino.
Splendido esempio di tomba “a camera”, risale al III sec. a.C. circa, ed è interamente ricavata nel blocco tufaceo della roccia. Probabilmente venne utilizzata per più generazioni, dal momento che è composta da 9 camere comunicanti ed è molto ampia. Inoltre sono stati rinvenuti resti risalenti in vari periodi, dal III sec. al I sec. a.C. consistenti principalmente in ceramiche ellenistiche con particolari metallici in bronzo dorato. Il nome deriva dal fatto che venne scoperta nel 1963 dall’ Istituto di archeologia di Pisa.
Anche in questo caso siamo di fronte ad un esempio di tomba a “edicola” risalente al III-II sec. a.C. ed è costituita da una facciata nella quale si apre una nicchia sulla quale si può ammirare il frontone adorno di sculture. Tra queste sculture, quella più importante è certamente quella di Scilla, figura metà donna e metà pesce ricordata da Omero, ed accanto ad essa altre due figure che probabilmente dovevano rappresentare i genii tutelari del defunto.
Al di sotto del frontone si trova, come abbiamo detto, una nicchia dove si può trovare la figura del defunto durante un banchetto. Questo fatto si può ritrovare in molte urne e sarcofagi etruschi. Purtroppo questa figura risulta oggi quasi completamente levigata, anche perché forse venne utilizzato come santuario, come la croce scolpita sul giaciglio lascerebbe ad intendere.
La camera sepolcrale si trova di fonte alla facciata in basso, e vi si accede mediante uno stretto “dromos”. Entrambi sono collocati obliquamente rispetto alla facciata, e questo farebbe pensare che quest’ ultima sia stata costruita in un secondo tempo e posizionata in questo modo a causa dell’ andamento del pendio.
La camera sepolcrale non è di grandi dimensioni, vi si possono trovare tre panche sulle quali vennero probabilmente poste le urne con le ceneri dei defunti.
La rocca Aldobrandesca è un castello in rovina situato fuori dal centro storico sul lato est di Sovana. E’ un luogo molto suggestivo, e testimonia il passato del borgo conteso tra senesi e fiorentini. Quello che rimane dell’antico castello sono grossi ruderi in tufo, discretamente conservati, assieme a resti della cortina muraria che poggia sulle mura primitive di Sovana; ciò conferma l’ipotesi che la rocca fu costruita su una vecchia struttura di epoca etrusca.
La rocca aldobrandesca di Sovana venne restaurata varie volte nel corso dei secoli: nel Quattrocento quando la località fu conquistata dalla Repubblica di Siena, e nel Cinquecento, quando entrò a far parte del Granducato di Toscana. Da lì in poi però la struttura venne abbandonata, e finì in stato di degrado.
Il palazzo Bourbon del Monte si trova nella piazza principale di Sovana, tra la chiesa di San Mamiliano e quella di Santa Maria Maggiore. E’ un edificio cinquecentesco dotato di un bel portico con arcate, dal quale si accede all’edificio vero e proprio, in origine casa di un vescovo della famiglia Bourbon, in seguito trasformato in ufficio pubblico e scuola comunale.
Il palazzo è stato restaurato soltanto pochi anni fa, dopo un crollo avvenuto negli anni Sessanta; dal 2009, durante il mese di agosto, il giardino e il salone principale del palazzo Bourbon del Monte sono la sede della rassegna teatrale “Sovana in arte”, istituita dall’associazione culturale I sogni in Teatro.
La chiesa di San Mamiliano è l’edificio di culto più antico del centro, costruita in stile romanico addirittura nel VI secolo, quando però, secondo gli studiosi, era dedicata ad un altro santo.
La chiesa si affaccia sul fianco sinistro di piazza del Pretorio, ed è stata recentemente restaurata; l’imponente lavoro ha riportato alla luce tombe, opere d’arte e un tesoro di 500 monete d’oro. All’interno la struttura è a navata singola e un insolito abside doppio, in cui quasi sicuramente in passato c’era una cripta.
La chiesa di San Mamiliano è rimasta priva del tetto (come la più famosa abbazia di San Galgano, sebbene non altrettanto scenica), mentre sono rimaste in piedi le pareti in tufo.
Il palazzo Pretorio di Sovana, situato in piazza del Pretorio, è un antico palazzo medievale, oggi sede del centro visite del parco archeologico del Tufo e il centro di documentazione del territorio sovanese.
Ha una bella facciata sulla quale sono esposti gli stemmi delle antiche famiglie che governarono Sovana nel corso dei secoli. La facciata a sinistra è addossata alla loggia del Capitano, una piccola loggia risalente al Medioevo rivestita in blocchi di tufo.
Il duomo di Sovana è una chiesa antichissima, risalente addirittura all’VIII secolo, anche se è stata più volte rimaneggiata nei secoli. Si trova all’estremità est del centro abitato, costruita in stile romanico; durante le numerose ristrutturazioni le sono stati aggiunti elementi decorativi, tra cui la bella cripta a volta in pietra tufacea.
Il palazzo del comune, o palazzo dell’Archivio, si trova nel centro di Sovana ed è senza dubbio l’edificio più fotografato della città. Con la sua forma iconica e la sua facciata sovrastata dalla piccola torre campanaria, risale al XII secolo anche se fu rimaneggiata nei secoli successivi, con l’aggiunta di elementi che l’hanno portato ad assumere la forma odierna.
Tra l’Ottocento e il Novecento il palazzo comunale cadde in una fase di degrado e abbandono, ma un restauro recente l’ha riportato agli antichi splendori.
Anch’essa situata in piazza del Pretorio, la chiesa di Santa Maria Maggiore si trova adiacente al palazzo Bourbon del Monte. Suddivisa in tre navate risale al XII secolo, ma come tanti edifici in città, fu modificata in modo consistente nel XVI secolo, tanto che oggi si possono ammirare elementi in stile romanico e gotico. Molto belli gli affreschi sulla parete della navata destra, e vale la pena visitare anche il bel ciborio in pietra, collocato nell’abside e tra le poche testimonianze di arte pre-romanica in Toscana.
Nel piccolo borgo di Sovana ci sono diversi alloggi tra cui scegliere, suddivisi piuttosto equamente tra appartamenti e hotel. Dormire in paese vi permetterà di godervi momenti di quiete straordinaria, specialmente al mattino presto o alla sera tardi, quando tutti i turisti in gita di un giorno rientrano ai loro alberghi della costa o delle località più blasonate della Maremma.
Se volete godervi le bellezze della campagna circostante, scegliete invece di pernottare in una delle strutture nei dintorni: sono quasi esclusivamente agriturismi, case di campagna, poderi o casali, elegantemente ristrutturati e riportati a vita nuova, arredati in tipico stile toscano rustico, dotati di tutti i confort e spesso dotati di servizi attraenti quali piscina e ristorante, per vivere al massimo la vostra vacanza in Toscana.
Sovana è situata in posizione piuttosto isolata, all’estremità sud-est della Toscana a breve distanza dal confine con il Lazio. Per questo motivo è piuttosto faticosa da raggiungere: inutile dire che ne vale la pena, ma le distanze, almeno sulla mappa, potrebbero spaventare un po’.
Da Firenze ad esempio ci vogliono circa due ore e mezzo, entrando in autostrada A1 al casello di Firenze Sud e procedendo in direzione Roma fino a Chiusi-Chianciano Terme. Da lì si imbocca la strada provinciale SP478 della montagna di Cetona fino a San Casciano dei Bagni, in seguito si procede sulla SP321 e poi sulla SP20 fino a Sovana. L’intera distanza del viaggio è di quasi 200 chilometri.
Dalle città costiere della Toscana come Pisa e Livorno, il viaggio è persino più lungo. Ci vogliono circa 3 ore, per una distanza totale che si aggira attorno ai 240 chilometri. Si procede in direzione sud lungo la SS1 Aurelia attraversando tutta la costa toscana e arrivando fino a Grosseto, oltrepassandola, e proseguendo fino ad Albinia, da cui si entra in SP74 che conduce fino a Sovana.
Sovana è piuttosto lontana anche dal suo capoluogo di provincia Grosseto, da cui dista circa un’ora e 15 minuti per una distanza di 80 chilometri. Anche in questo caso, per arrivarci occorre prima raggiungere Albinia e poi procedere sulla SR74 fino a destinazione.
Dalle città dell’entroterra toscano, come Siena e Arezzo, per arrivare a Sovana ci vogliono circa due ore, percorrendo la SR2 Via Cassia (da Siena) o l’autostrada A1 fino a Chiusi-Chianciano Terme e la SP478 (da Arezzo), che si ricongiungono in località Valsacco, da cui si procede fino a Sovana tramite le strade provinciali SP20 e SP22.
Infine, se viaggiate con i mezzi pubblici è probabile che dovrete mettere da parte il vostro sogno di raggiungere Sovana: il trasporto da queste parti è praticamente inesistente, a parte pochi autobus extraurbani che collegano le frazioni e i villaggi nei dintorni.
Che tempo fa a Sovana? Di seguito le temperature e le previsioni meteo a Sovana nei prossimi giorni.
Sovana è una frazione del comune di Sorano e si trova in provincia di Grosseto, nella campagna maremmana, a pochi chilometri da Pitigliano e dal confine con il Lazio.