Splendidi panorami, natura strabordante e cieli tersi. Questo è il riassunto del monte Amiata, che in origine era un vulcano, immerso nel cuore della Toscana a cavallo tra le province di Siena e Grosseto. Una meta turistica da non sottovalutare, sia d’estate che d’inverno: durante la bella stagione infatti è possibile trascorrere meravigliose giornate all’aperto camminando per i numerosi sentieri della zona, mentre sei mesi dopo l’Amiata si tinge di bianco, permettendo agli appassionati di sci e snowboard di praticare il loro sport preferito.
Una meta da quattro stagioni quindi, senza dimenticarsi del fatto che siamo in Toscana, in una zona che, monte Amiata a parte, mette in mostra le famose dolci colline, i vigneti, i filari e tutto ciò che rende questa regione una delle mete turistiche predilette dai viaggiatori di tutto il mondo. Passando una vacanza da queste parti potrete quindi coniugare la visita ad una delle vette più alte e imponenti del centro Italia alla scoperta dei classici panorami toscani, per un mix davvero unico e vincente all’insegna della natura.
Del monte Amiata fanno parte 8 comuni, di cui 3 in provincia di Siena e 5 in provincia di Grosseto: sono Arcidosso, Castell’Azzara, Castel del Piano, Santa Fiora, Seggiano, Abbadia San Salvatore, Castiglione d’Orcia e Piancastagnaio. A questi se ne aggiungono altri 5 sparsi tra le due province, che non comprendono direttamente la montagna, ma sono parte dell’Unione dei Comuni del Monte Amiata. In tutto, considerando anche i comuni dell’Unione, l’area ha una popolazione di 32 mila abitanti.
Arcidosso è il capoluogo dell’Unione dei comuni Amiata Grossetano, ed ha una popolazione di circa 4500 abitanti. Il suo centro storico si trova sulla vetta di un colle, e tra le cose da vedere spicca la chiesa di San Niccolò, la più antica della località, il bel convento dei Cappuccini e l’interessante Gompa di Merigar West, un edificio sacro tibetano, situato sul monte Labbro.
La piccola Castell’Azzara, con i suoi 815 metri d’altitudine, detiene il record di sede comunale più alta della provincia di Grosseto. Passando da qui, visitate la chiesa di San Nicola di Bari, al cui interno vi è un bel quadro dell’Assunta con i santi Martino e Niccolò risalente al ‘600, e percorrete via Dante Alighieri, dove potrete fermarvi a guardare il palazzo comunale, costruito nel XIX secolo in stile rinascimentale. Vale la pena visitare anche la Rocca aldobrandesca, o rocca di Castell’Azzara, fortificazione duecentesca costruita nel punto più alto dell’abitato.
Castel del Piano è il comune del versante grossetano dell’Amiata più grande e popolato. Conta quasi 5000 abitanti, e una volta giunti in centro visitate la chiesa della Propositura, situata subito fuori dalla porta dell’Orologio, e la bella chiesa di Santa Maria delle Grazie, in piazza Madonna. La località è cinta da una cerchia di mura, risalenti al XIII secolo e ancora oggi ben conservate. Le tre porte che si aprono sono la porta dell’Orologio, la porta Castiglionese e la porta Spennanziana.
Il comune di Santa Fiora, in provincia di Grosseto, è parte del club dei borghi più belli d’Italia, e allo stesso tempo è stato insignito del prestigioso riconoscimento di Bandiera Arancione da parte del Touring Club Italiano, grazie alle sue qualità turistiche, ambientali e storico-culturali.
Visitatene il centro storico, il cui cuore è piazza Garibaldi dove si affacciano la torre dell’orologio, il palazzo Pretorio e il palazzo Sforza Cesarini, e non perdetevi la pieve delle sante Flora e Lucilla, risalente al 1142. Molto particolare la Peschiera, un parco-giardino situato nel quartiere di Montecatino, dove si trova anche una vasca che durante la sua storia è stata prima abbeveratoio e poi lavatoio pubblico.
Tra i comuni dell’Amiata c’è poi Seggiano, in provincia di Grosseto. E’ il più piccolo tra gli 8, conta infatti meno di 1000 abitanti, ed è posto sulla vetta di un colle non distante dal letto del fiume Orcia. Visitate la chiesa di San Bartolomeo, l’antico convento del Colombaio e il bel santuario della Madonna della Carità, più volte restaurato dalla sua costruzione ai giorni nostri.
Seggiano è cinta da mura, che la racchiudono interamente; vi si accede attraverso tre porte, chiamate porta di San Gervasio, porta degli Azzolini e porta del Mercato.
Abbadia San Salvatore si trova in provincia di Siena ed è uno dei comuni dell’Amiata più grandi e popolati. Prende il nome dall’abbazia di San Salvatore, che per oltre mille anni ha ospitato la famosa Bibbia Amiatina, la più antica copia manoscritta della Bibbia in latino, oggi spostata presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.
Dopo una visita all’abbazia, non perdetevi il museo d’arte sacra Don Roberto Corvini, allestito nell’ala est del chiostro, dove si possono ammirare i tesori del monastero. Il passato minerario di Abbadia San Salvatore è invece in mostra presso il museo minerario, dove è possibile percorrere una galleria lunga circa 300 metri in cui sono stati riprodotti i luoghi di lavoro dei minatori.
Castiglione d’Orcia è relativamente distante dal Monte Amiata, ma è sicuramente la località turistica più rilevante della zona, poichè si affaccia sulla famosissima Val d’Orcia, patrimonio dell’umanità UNESCO sin dal 2004. Tra le sue frazioni vi è la famosa località termale di Bagni San Filippo.
Piancastagnaio, comune dell’Amiata in provincia di Siena, è situato all’estremità sud della Toscana, al confine con il Lazio e la provincia di Viterbo. Nel suo piccolo ma grazioso centro storico potete fermarvi a visitareil castello degli Aldobrandeschi, un interessante lavatoio pubblico risalente all’Ottocento, e il monumentale piatto delle Streghe, un piatto di pietra piperina raggiungibile a piedi attraverso un sentiero, al centro di una curiosa leggenda che vede tre bambine rapite dalle streghe ma esse, indecise su chi mangiare, iniziarono a litigare, e pertanto vennero liberate.
Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.
Nella zona del monte Amiata, d’estate c’è solo l’imbarazzo della scelta: tra itinerari storici e naturalistici, potrete trascorrere splendide giornate all’aperto all’insegna di una vacanza attiva.
Non perdetevi le lunghe passeggiate nei boschi e nelle foreste, all’interno delle numerose riserve e aree protette della zona, tra cui segnaliamo la riserva naturale del Monte Labbro, il parco Faunistico dell’Amiata e l’oasi WWF Bosco Rocconi.
Dedicatevi quindi alla scoperta dell’eremo di David Lazzaretti, il cosiddetto “profeta dell’Amiata”, centro della comunità giurisdavidica che egli stesso fondò a metà ‘800, prima di venire ucciso da un gruppo di militari all’ingresso di Arcidosso, durante una processione.
Il monte Amiata d’estate è sinonimo di trekking: tra i suoi boschi ci sono ben 19 itinerari segnalati, che coprono un percorso lungo circa 210 chilometri. Si può camminare, oppure percorrerli a cavallo o in mountain bike. Tra questi, il più famoso è sicuramente l’anello del monte Amiata, un percorso circolare di circa 30 chilometri che percorre l’intera costa della montagna, mantenendosi ad un’altitudine costante tra i 1100 e i 1300 metri. Il percorso completo richiede una dozzina di ore.
Salite poi sulla vetta del monte Amiata, dove si trova una croce monumentale di ferro, alta ben 22 metri, opera dell’artigiano senese Zalaffi. Se poi volete passare sulle tracce dei pellegrini, tornate a valle e dirigetevi verso Abbadia San Salvatore, attraversata dalla via Francigena.
Se viaggiate con i bambini, non perdetevi il parco acrobatico Indiana Park e il parco avventura, entrambi situati nella zona del prato delle Macinaie.
Nell’area boscata sottostante il perimetro del Parco faunistico, a Nord, Nord-Est rispetto al Podere dei Nobili (Direzione del Parco), attraversata dal torrente Onazio, si sviluppa il sentiero natura, cioè un percorso opportunamente organizzato con passamano in legno, guadi per il torrente e cartellini indicatori per le più significative specie vegetazionali, che consente la conoscenza del bosco, la sua osservazione, lo studio della vegetazione, il guado dell’Onazio e la visita alla forra.
Il percorso è piacevole ed interessante, adatto ad un trekking mediamente impegnativo, immersi in un bosco misto tendente all’alto fusto o lungo l’alveo del torrente Onazio e della forra.
Il sentiero natura si snoda tra varie tipologie di vegetazione fino a raggiungere e attraversare il torrente Onazio. Il bosco, composto da ceduo invecchiato, è chiuso ai margini orientale ed occidentale da castagneti da frutto e boschi di alto fusto.
Gli appassionati dei trekking di più giorni possono combinare in vario modo gli itinerari, oppure utilizzare i percorsi segnati che collegano i sentieri dell’Amiata con alcune delle località più interessanti della Maremma e del Senese. Lungo gli itinerari segnati dalla Provincia di Grosseto si può arrivare a Pitigliano, Saturnia, Scansano e all’Argentario, i percorsi della Provincia di Siena consentono di raggiungere Montalcino, Pienza, Montepulciano, Chiusi e la stessa Siena. Il sentiero Firenze-Siena-Roma, inaugurato nel 1996, collega in 25 tappe il capoluogo della Toscana con la capitale, e traversa le foreste dell’Amiata e i pascoli del Monte Labbro.
Tutti gli itinerari segnati dell’Amiata e dei suoi immediati dintorni possono essere percorsi anche con i trekking a cavallo organizzati dagli operatori specializzati.
Molti percorsi (non tutti, però) possono essere utilizzati per i loro itinerari dagli appassionati della mountain-bike. Su gran parte dei percorsi dell’Amiata, comunque, il mezzo consigliato è una comoda bicicletta gravel, in grado di adattarsi ai percorsi asfaltati come alle strade sterrate e a tutte le pendenze.
Mentre il telaio di queste bici garantisce una rilassata posizione sulla sella, la meccanica è sostanzialmente la stessa di una mountain-bike. Anche il cicloturismo classico (limitato alle strade asfaltate), trova un ampissimo campo d’azione sulle strade del Monte Amiata, dell’alta Maremma e della Val d’Orcia. L’unica direttrice percorsa da un traffico molto intenso è la Via Cassia che quindi è buona norma evitare. Sugli altri tracciati, i problemi possono essere dati dalla pendenza. Le cinque strade che salgono verso la vetta dell’Amiata, in particolare, sono consigliate solo a ciclisti molto allenati.
Chi vuole accostarsi alla speleologia, infine, può addentrarsi nella grotta del Sassocolato o di Bacheca, all’interno della Riserva naturale del Monte Penna. La presenza all’interno della cavità di una colonia di pipistrelli che è bene non disturbare fa sì che le visite alla grotta siano limitate ad alcuni mesi dell’anno, e vengano guidate dai soci del Gruppo Speleologico l’Orso di Castell’Azzara.
Per gli appassionati di sci del sud della Toscana e del nord del Lazio, per un weekend sulla neve il monte Amiata è la scelta ottimale. E’ un piccolo comprensorio, che comprende 10 piste da discesa, un campo scuola e un anello da sci nordico di 2 chilometri. A essi si aggiungono anche vari sentieri per ciaspolate e tracciati per sci escursionistico.
Il comprensorio è servito da 8 impianti di risalita, di cui 3 seggiovie, 4 skilift e un tapis roulant. Ci sono in tutto 12 piste da discesa che si snodano per i 10 chilometri dell’area sciabile, di cui 2 nere, 7 rosse e 8 blu. La cima più alta è situata a un’altitudine di 1738 metri sopra il livello del mare; ci sono anche alcuni rifugi in quota dove pranzare o rifocillarsi.
Gli impianti di risalita partono dalle località Macinaie e Contessa, in provincia di Grosseto, e Cantore, in provincia di Siena. Per arrivarci è necessario percorrere la strada provinciale del monte Amiata, che si snoda lungo la montagna.
Il parco faunistico dell’Amiata si colloca in un area montana di particolare pregio naturalistico e paesaggistico, si avvale di soluzioni e metodologie espositive moderne e rispettose degli animali e costituisce l’ambiente ideale per la presenza e l’osservazione di numerose specie di fauna selvatica.
Il parco faunistico del monte Amiata è una novità nel sistema dei parchi a livello nazionale; si ispira ai Wild Park tedeschi, ma aggiunge a quelle esperienze contenuti ed obiettivi più nuovi e innovative metodologie di fruizione.
E’ uno strumento tecnico e scientifico di sperimentazione e di gestione naturalistica del territorio; è gestito secondo le direttive degli Enti Locali che lo utilizzano anche per l’organizzazione di attività didattiche e di sensibilizzazione, per le iniziative di studio e di ricerca, per la conservazione di specie animali e vegetali che rischiano l’erosione genetica e la scomparsa.
All’interno delle aree faunistiche, integrate tra di loro, sono presenti specie animali che hanno, o hanno avuto in passato, un ruolo negli equilibri ecologici della nostra zona, che, pur non facendone parte, è caratterizzata da ambienti di tipo appenninico.
Le visite si effettuano passeggiando sugli appositi sentieri attrezzati che non devono essere abbandonati. Una delle caratteristiche sta nel fatto che non esistono interposte barriere fisiche tra visitatori ed animali.
Molte le specie animali e vegetali che vengono presentate, tra cui, solo per citarne alcune, cervi, caprioli, daini, camosci, mufloni; numerose sono quelle naturalmente presenti nel territorio del parco, alcune delle quali piuttosto rare.
Percorrendo i sentieri, o da un apposita altana, possono essere avvistati i rari e fieri lupi appenninici, altrimenti difficilissimi da osservare nei loro atteggiamenti più spontanei.
Proprio nei pressi della vetta monte Amiata ci sono alcune strutture dove dormire, l’ideale per essere a due passi dalla cima e immersi nella natura a 360 gradi, sia d’estate che d’inverno. Sono quasi esclusivamente hotel a 2 e 3 stelle, aperti durante tutto l’anno, e dispongono di tutti i servizi necessari. Purtroppo però sono piuttosto isolati, e pertanto potreste voler dormire in zone meno remote.
Per questo motivo, le due località consigliate per dormire nei pressi del monte Amiata sono Abbadia San Salvatore, sul lato est in provincia di Siena, e Castel del Piano, sul lato ovest in provincia di Grosseto. Entrambe distano circa 15 chilometri dalla vetta dell’Amiata, e dispongono di diverse soluzioni dove dormire, dagli hotel a piccoli appartamenti, passando per i comuni bed and breakfast.
Da Firenze, per raggiungere il Monte Amiata ci sono due strade perfettamente equivalenti in termini di chilometri e tempi di percorrenza. Qualunque sia la vostra scelta, ci vorranno circa 2 ore e 15 minuti.
La prima strada è quella che passa per la provincia di Siena, percorrendo il raccordo autostradale Firenze-Siena fino al capoluogo, quindi imboccando la strada statale SS223 fino a Paganico, infine percorrendo la strada provinciale Cipressino attraversando Montenero e Arcidosso. Arrivati ad Aiole, si ibocca la strada provinciale Aiole che si inerpica fino al monte Amiata.
La seconda strada passa per le province di Arezzo e siena: si imbocca l’autostrada A1 in direzione sud fino al casello di Chiusi-Chianciano Terme, e poi si imbocca la strada provinciale SP146 di Chianciano. Attraversato il centro abitato, si continua lungo le SP40 e SP61, attraversando la famosa Bagni San Filippo e proseguendo fino ad Abbadia San Salvatore e poi su per la salita che conduce fino alla vetta del monte Amiata.
Per quanto riguarda le altre province toscane, dal centro di Siena ci vuole circa un’ora e mezzo e 100 chilometri, da Arezzo un’ora e 40 minuti, da Pisa e da Livorno ci vogliono due ore e mezzo, mentre da Grosseto ci vuole poco più di un’ora. Tenete presente il fatto che il monte Amiata è molto distante dalle principali arterie di comunicazione della viabilità toscana, e pertanto avrete a che fare con strade provinciali, molte curve e velocità medie piuttosto basse.
Cattive notizie anche per chi vuole raggiungere il monte Amiata con i mezzi pubblici: non ci sono stazioni ferroviarie nei dintorni, le più vicine sono Siena, Grosseto e Chiusi-Chianciano Terme, comunque ben servite da treni regionali e intercity, ma distanti diverse decine di chilometri. Per chi si muove in treno, una volta scesi in una di queste tre stazioni occorre procedere in autobus fino ad Arcidosso, sul lato ovest della montagna, o Abbadia San Salvatore, sul lato est. Mettete in conto dalle 4 alle 6 ore di viaggio dal centro di Firenze.
Quando la generosità della natura si accompagna all’atavica maestria dell’uomo ecco che nascono autentiche delizie per il naso e per il palato come gli oli extravergini della Val d’Orcia e di altre vallate che scendono dal Monte Amiata. Protagonista principale, pur se altre varietà spesso l’accompagnano, è un’olivetta piccina piccina e pure raggrinzita e bruttarella, l’olivastra seggianese.
E dà un olio dal fruttato intenso, fresco ed erbaceo, di corposità media, con gusto rotondo piuttosto astringente e pungente, molto sapido, dal fondo spiccatamente amaro e piccante. Amiata a Tavola, manifestazione che a maggio – giugno e a novembre accompagnerà passo passo i visitatori del magico monte, sarà l’occasione per offrire ancora di più: imparare con veri esperti a riconoscere un olio buono e a usarlo correttamente, magari accompagnato con il tipico biscotto salato, una geniale e ghiotta specialità che ha nell’olio l’ingrediente base.
Un’altra presenza importante nella cucina amiatina è quella dei funghi; oltre ai porcini, si raccolgono il giallarello, il verdone, i cucchi, i pinaroli, le famigliole e le paiciole. L’utilizzo di molte specie diverse caratterizza la zuppa di funghi amiatina. Più recente è l’attenzione riservata ai tartufi, trascurati dalla gastronomia tradizionale ma apprezzatissimi da quella moderna. Sono presenti sull’Amiata il tartufo bianco, il tartufo uncinato, lo scorzone e il tartufo nero di Norcia.
Sulla tavola contadina la carne era una presenza rara. Come in molte altre parti d’Italia, un ruolo di assoluto rilievo spettava a quella del maiale. Tipica dell’Amiata è la cinta senese, una razza frugale e resistente da cui si ricavano carni e prosciutti di qualità. Non mancano nei ristoranti specialità a base di cacciagione, che in Toscana s’incarna soprattutto nel cinghiale. Tra le specialità a base di carne meritano una segnalazione la scottiglia servita sul pane e il buglione preparato con gli avanzi delle feste.
Intorno all’Amiata ci sono cinque doc: il Montecucco e l’Orcia, il Nobile, il Brunello e il Morellino. E se non vi sono dubbi sulla qualità dei vini di Montalcino e Montepulciano, che costituiscono l’orgoglio della Toscana del sud, ormai non ce ne sono più neppure per il Montecucco e l’Orcia doc, che dagli anni Novanta a oggi hanno mostrato di che stoffa siano fatti.
Ci sono tuttavia anche altri vini sull’Amiata, quelli prodotti dai nonni, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Racconta la leggenda che Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, di passaggio sull’Amiata per acquistare vino a Pitigliano, fu ospite dei Carli – nobile famiglia di Abbadia San Salvatore – i quali gli fecero degustare il vino amiatino (quello che oggi si chiama Sinigiolo, Novembrino e Vermentino), fermentato in enormi vasche di pietra vulcanica locale. Conclusione della vicenda: il principe non andò più a Pitigliano, ma volle sempre acquistare il vino dell’Amiata.
Il monte Amiata è diviso tra le province di Siena e Grosseto. Si trova nel sud della Toscana, nel cuore di una zona scarsamente popolata ma circondata da una serie di interessanti comuni.