Le vicende storiche della comunità di Bagno a Ripoli sono molto antiche, addirittura antecedenti alla mitica fondazione di Florentia nel 59 d.C. e risalgono al periodo etrusco – romano come testimoniato dai numerosi ritrovamenti archeologici: dal famoso Sasso Scritto, un cippo in pietra arenaria scoperto negli anni ’70 sulle rive del Borro di Calcinaia, presso Gavignano, e recante un’iscrizione etrusca di cui sono leggibili le parole Tular spular, che significa “confine della comunità” (il sasso serviva per demarcare probabilmente i confini della comunità etrusca di Fiesole, sull’antica via di comunicazione tra il Sud e il Nord dell’Etruria), sino agli scavi di epoca romana.E’ sotto la dominazione di Roma in effetti, che il nostro paese acquisisce maggior importanza quale crocevia di scambi commerciali.
L’antica Ripulae, nome derivante dagli argini eretti per impedire all’Arno di inondare con le sue ricorrenti piene le coltivazioni della piana, diviene un attivo borgo tra Firenze, Fiesole e Arezzo. Tracce evidenti di questa floridezza sono gli scavi di via della Nave e quelli – non visitabili – della Villa romana di Antella, sulla sinistra della strada che porta all’ospedale di Ponte a Niccheri. Il complesso rinvenuto faceva probabilmente parte di una villa rustica di età imperiale, di proprietà del mercante di legname Publio Alfio Erasto, del quale è stata rinvenuta l’epigrafe funeraria dedicatagli dalla moglie Versinia.
Agricoltura e pregevolezza del paesaggio sono la più antica e vera ricchezza di questo territorio, soprattutto a partire dal Medioevo quando le fertili campagne di Bagno a Ripoli cominciano a essere “colonizzate” dalle nobili famiglie fiorentine.
Il clima salubre, la disponibilità di energia rinnovabile rappresentata dalle acque dell’Arno, la fecondità della terra ripolesi che valsero al nostro Comune la definizione di “giardino più delizioso” nel contado fiorentino, esercitano una continua attrattiva anche per tutto il Rinascimento, così che il passaggio dei secoli ha lasciato un segno tangibile ed unico: chiese, conventi, castelli e ville costellano tutt’oggi le nostre colline.
Tra gli edifici più importanti ricordiamo il Castello di Quarate, antico fortilizio di origine longobarda (IX sec. d. C.) la cui torre oggi è sormontata da piante di ulivi.
Legato alla tradizione dei pellegrinaggi è invece lo Spedale del Bigallo, edificato all’inizio del 1200 per dare ricovero a poveri e pellegrini, ed oggi ostello della gioventù, nonché sede di prestigiosi eventi (cene, degustazioni, mostre) presso le sale monumentali e il suggestivo hortus conclusus.
Altra perla del territorio d Bagno a Ripoli è l’Oratorio di Santa Caterina, tesoro dell’arte gotica, fatto costruire nel XIV secolo dalla famiglia Alberti e pregevolmente affrescato da tre grandi maestri della pittura italiana, Maestro di Barberino, Pietro Nelli e Spinello Aretino, con il ciclo pittorico dedicato alla vita e ai miracoli di Santa Caterina d’Alessandria. Oggi l’Oratorio è sede suggestiva per importanti mostre di arte contemporanea.
Lo stretto legame tra arte, fede e storia è ribadito da altri numerosi edifici sacri ricchi di testimonianze artistiche: la Pieve di Villamagna (XI sec.), con il tipico impianto basilicale a tre navate e una ricca teoria di affreschi opera del Buggiano, di Mariotto di Nardo, Maestro di Signa e di Francesco Granacci, amico di Michelangelo.
Di notevole interesse anche la Pieve di Santa Maria a Quarto (XIII sec.) al cui interno è conservata una Madonna in trono di Bicci di Lorenzo, la Pieve di Santa Maria all’Antella, e quella di San Piero a Ripoli. Suggestivi sono, infine, l’ Oratorio di San Tommaso a Baroncelli (XII sec.), geloso custode del famoso Crocifisso Miracoloso che ai tempi del granduca Cosimo salvò tanti ripolesi dalla pestilenza, e il silenzioso eremo del Convento dell’Incontro, antico fortilizio longobardo utilizzato, convertito a romitorio per eremiti dal VIII sec. e quindi ampliato in convento a partire dal 1716 grazie all’opera di San Leonardo da Porto Maurizio, ideatore della Via Crucis.
La storia di Bagno a Ripoli è inoltre strettamente connessa con lo sviluppo e l’affermazione di nuove tecniche sia nella lavorazione artigiana che in quella agricola.
Sulle sponde dell’Arno, documento vivo del rapporto tra l’ uomo e il fiume fiorentino per eccellenza, sorge il trecentesco complesso delle Gualchiere di Remole, prima castello e poi, nel XIV sec., riconvertito dalla potente casata degli Alessandri e degli Albizi a opificio per la lavorazione della lana, la cui produzione rappresentava una grande fonte di ricchezza per molte nobili famiglie fiorentine. Le Gualchiere di Remole sono una delle pochissime testimonianze europee di archeologia industriale, ancora integre, sull’utilizzo della ruota idraulica e su un sistema di produzione interamente incentrato sull’acqua. Numerosi sono infine anche i complessi rurali che costellano le dolci colline di Bagno a Ripoli assieme alle splendide ville medicee, immerse nella tipica campagna toscana: Villa La Tana, dimora di Bianca Cappello amante di Francesco I de’ Medici, Villa Mondeggi, con le sue sale affrescate e il lussureggiante parco ricco di giochi d’acqua, la vicina Villa Lappeggi, trasformata in reggia dall’architetto Alessandro Ferri per volontà del gaudente cardinale Francesco Maria de’ Medici che ne fece rifugio per poeti, artisti e maestri cucinieri e, non per ultima, Villa Il Riposo.
All’interno del parco di questa dimora si trova la Fonte di Fata Morgana, esempio di architettura da giardino opera dell’artista fiammingo Giambologna (fine XVI sec.), unica del suo genere poiché a metà tra i tradizionali ninfei e grotti.
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