Quella della Chiana è la più vasta delle valli appenniniche. Oltre 500 chilometri quadrati di ben ordinate colture. Un giardino, a vederla da Cortona, l’antica città che la domina tutta dai suoi 600 metri di altitudine. Già ventidue secoli fa doveva essere considerata il granaio d’Etruria se Annibale, prima di attraversarla per attirare le legioni romane nell’imboscata del Trasimeno, poté approvvigionare il suo esercito saccheggiandola.
Ma più che la testimonianza degli storici sono le evidenze archeologiche e le tradizioni culturali a confortare l’idea della Val di Chiana come terra di antica civiltà. Le tombe di ipogeo di Camucia e del Sodo, i reperti di Farneta, di Foiano, di Cignano, di Castiglion Fiorentino, il museo di Cortona, ci confermano che gli etruschi popolarono e coltivarono questa valle contendendola alle acque che da millenni la impaludavano.
Quando Leonardo, oltre quindici secoli più tardi, disegnò il “Codice Atlantico”, la Val di Chiana vi apparve di nuovo come un lago. Ciò perché, alla caduta dell’impero Romano d’occidente, le invasioni barbariche e principalmente le guerre gotiche che insanguinarono l’Italia per quasi tutto il VI sec. d.C. portarono allo spopolamento delle campagne: non più amorevolmente curata, la Val di Chiana cedette nuovamente alle acque che tornarono ad invaderla.
La bonifica lorenese dei principi del XIX secolo, progettata e diretta dall’aretino Vittorio Fossombroni, restituì la Val di Chiana all’antica fertilità, disseminandola di nuovi villaggi e di case coloniche di stupenda architettura e, per i tempi, di impeccabile funzionalità. Non sempre però fu un’isola felice.
Dopo il passaggio di Annibale, altri momenti epici della storia si verificarono in Val di Chiana durante il processo che portò alla costituzione dello stato toscano: La battaglia di Pieve al Toppo (1288) nella quale gli Aretini inflissero una dura sconfitta ai Senesi, in quel tempo alleati dei guelfi Fiorentini, e la battaglia detta di Scannagallo (1554) per il gran numero di mercenari francesi uccisi, combattuta nei pressi di Foiano, che determinò l’assoggettamento della Repubblica di Siena a Cosimo de’ Medici, Primo Granduca di Toscana. Numerosi furono gli alti ingegni dell’arte che qui ebbero i natali fra i quali primeggiano Luca Signorelli, Pietro da Cortona, Andrea Sansovino, e Gino Severini. L’Autostrada del Sole e la direttissima ferroviaria Roma-Milano tagliano longitudinalmente la valle; due strade, la Umbro Casentinese ed il ramo orientale della Cassia, seguendone l’andamento curvilineo da ambo i lati, assicurano i collegamenti fra i centri abitati maggiori, mentre una fitta rete di ottime strade provinciali consente di percorrerla in ogni senso e di scoprirne le più riposte bellezze.
La Val di Chiana fu il granaio d’Etruria ed è ancora oggi una delle aree esclusive di allevamento di una pregiatissima razza bovina da carne, detta appunto chianina, direttamente derivata dal bos primigenius della preistoria. Questa vocazione agricola caratterizza l’economia della valle, dove prosperano le attività connesse alle produzioni di cereali, di barbabietola da zucchero, di olio pregiato e di un vino tipico: il Bianco Vergine.