Il parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna si estende a cavallo di Emilia-Romagna e Toscana, tra le province di Arezzo, Forlì-Cesena e Firenze e si sviluppa per una superficie di quasi 40 mila ettari.
Un’immensa estensione di boschi e un’oasi naturale celata da secoli da comunità religiose che qui vi hanno insediato eremi e monasteri.
Nel paesaggio i segni dell’uomo non sono scomparsi, ma congelati dall’abbandono: case, maestà, ponti, mulattiere conducono l’escursionista alla scoperta di una civiltà, quella della cosiddetta “Romagna Toscana” che ha caratteri propri e particolari. Proprio l’Eremo e il Monastero di Camaldoli, il Santuario della Verna e l’ambiente naturale in cui sono immersi offrono al visitatore le emozioni più intense.
Il parco è diviso in 4 zone, identificate dalle lettere A, B, C e D, in ordine decrescente di tutela. Nella zona A, quella di riserva integrale, l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità, e si arriva fino alla zona D che comprende i centri urbani e turistici.
Data l’enorme estensione del parco, flora e fauna sono molto variegate, tanto che sono state censite oltre 1300 specie di piante, di cui oltre 1000 indigene. Per quanto riguarda gli animali, qui si trova la popolazione di lupi più importante di tutto l’Appennino settentrionale, monitorati costantemente mediante tecniche non invasive dal corpo forestale dello Stato. Qui vivono anche caprioli, cervi, daini e cinghiali e aquile reali e non è affatto difficile avvistarli, in particolare nelle ore serali.
Il Parco, istituito nel 1993, si estende su un vasto territorio a cavallo di Romagna e Toscana.
Il versante Toscano, molto più dolce e solcato dalle valli degli affluenti dell’Arno, comprende anche una porzione del Mugello e il Casentino, ovvero il territorio dell’alta Valle dell’Arno, da cui prendono il nome le foreste.
A sud l’area protetta si prolunga fino al suggestivo rilievo calcareo di Monte Penna, con il celebre santuario francescano della Verna mentre a nord, proprio al confine tra le due regioni, sorgono le cascate fiabesche dell’Acquacheta, descritta già da Dante nella sua Divina Commedia.
In Romagna le foreste casentinesi comprendono le valli del Montone, del Rabbi, del Bidente e del Tramazzo e località caratteristiche come Campigna, Ridracoli e Corniolo.
Le acque del Fosso Acquacheta compiono un salto di circa 70 m scivolando veloci sulla roccia e, a tratti, precipitando dai cornicioni arenacei sporgenti.
Nel pianoro a monte della cascata, che ha avuto origine dall’interramento di un antico lago, è situato il borgo dei Romiti, sorto nel XV secolo sulle rovine dell’eremo del monastero di S. Benedetto in Alpe, nel quale aveva trovato rifugio Dante durante l’esilio da Firenze (nel XVI canto dell’Inferno c’è una celebre descrizione della cascata).
L’abitato di Ridracoli conserva un bell’esempio di ponte a schiena d’asino che serviva un antico palazzo, oggi albergo, a lato del quale si trova il Museo Naturalistico della Vallata del Bidente.
Risalendo la valle si scorgono, su un’altura, le rovine di un castello medievale e proseguendo si raggiunge l’imponente diga, completata nel 1982 per fornire energia e acqua ai comuni della pianura romagnola.
Di particolare interesse escursionistico è la riserva naturale integrale di Sasso Fratino, che è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità.
Sorto dopo il mille come ospizio in luogo del castello di Fontebuona, di proprietà del conte Maldolo, divenne in seguito monastero dei Camaldolesi. Nel ‘500 era attiva una tipografia dalla quale uscirono le Costituzioni Camaldolesi, che contenevano norme per la conduzione delle foreste. Pregevoli sono i chiostri e la chiesa dei santi Donnino e Ilariano, con bei dipinti del Vasari; su un lato del monastero l’antica farmacia conserva alambicchi, mortai, fornelli e preziosi testi provenienti dal laboratorio galenico dei monaci.
Il settecentesco palazzo granducale, trasformato in albergo, era fino al secolo scorso la residenza di caccia dei Lorena. Il comando della locale stazione forestale, come anche a Camaldoli e Badia Prataglia, ospita un piccolo museo naturalistico aperto su richiesta. A breve distanza un tronco colonnare di abete bianco coricato al suolo è la testimonianza della maestosità e dell’ingente valore che possedeva la Foresta di Campigna.
La dorsale appenninica, elevandosi con gradualità dal lato orientale, forma il principale gruppo montuoso del parco. Uno dei sentieri più suggestivi per conquistare la vetta è sicuramente quello che prende il via dal piccolo e caratteristico abitato di Castagno d’Andrea. Lungo le pendici meridionali del Monte Falterona, a quota 1358 m, una copiosa sorgente detta Capo d’Arno è considerata l’origine del maggior corso d’acqua toscano. Più ad est si trova la leggera depressione erbosa chiamata Lago degli Idoli, rilevante sito archeologico dove sono state rinvenute numerose statuette di origine etrusca.
Arroccato sulla ripida parete meridionale del Monte Penna, sorge il celebre santuario francescano di La Verna, meta costante di pellegrinaggi; è immerso in una silenziosa e cupa selva che fu compagna del santo nella sua vita eremitica. La natura calcarea del monte ha determinato morfologie aspre, con numerosi anfratti e cavità naturali che si aprono all’ombra di maestosi aceri di monte, frassini maggiori, olmi e faggi; alcuni ambienti particolarmente suggestivi vennero scelti dal santo e dai frati come luoghi di preghiera. Il monte fu donato a S. Francesco nel 1213 dal conte casentinese Orlando Cattani, oggi sepolto nella chiesetta di S. Maria degli Angeli, alla cui costruzione aveva partecipato. Alla Verna, nel settembre del 1224, avvenne il miracolo delle stimmate, ricordato da Dante nel Paradiso e ancora commemorato con una festa solenne.
Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.
Un’ottima base di partenza per esplorare le Foreste Casentinesi è la vicina Bagno di Romagna, rinomata località turistica dotata di numerosi alloggi e ristoranti oltre che di eccellenti terme.
Se invece preferite addentrarvi nelle piccole località interne al parco, troverete numerosi agriturismi e alloggi a conduzione familiare sparsi tra i vari borghi di Poppi, Camaldoli, Ridracoli, Campigna, Corniolo o San Benedetto in Alpe.