Il grazioso borgo di Anghiari si trova in provincia di Arezzo, all’estremo ovest della Toscana non lontano dal confine con l’Umbria. In questo luogo si combattè la mitica battaglia di Anghiari tra le repubbliche di Firenze e Milano, resa celebre da un murale di Leonardo da Vinci oggi andato perduto.
Sebbene la gloriosa nomea sia ormai passata, oggi Anghiari è un’importante destinazione turistica della Toscana: recatevi fin qui per godervi tutto quello che vale la pena vedere in centro e nei dintorni, respirare aria pulita e godersi i meravigliosi paesaggi collinari che hanno reso la regione famosa in tutto il mondo. Tra vigneti e filari, potrete alternare visite culturali ad itinerari enogastronomici, per godervi davvero la Toscana a 360 gradi, a cavallo tra il Casentino e l’Alta valle del Tevere.
Una vacanza ad Anghiari, o anche un semplice weekend, va trascorso senza fretta, tanto che la località fa parte della lista delle città Slow (città del buon vivere). Ma i riconoscimenti di Anghiari non finiscono qui: è infatti parte del club dei borghi più belli d’Italia, ed ha ricevuto il titolo di Bandiera arancione dal Touring Club italiano.
La principale attrazione turistica di Anghiari è il suo borgo storico. Visitatelo in lungo e in largo, scoprendo prima le vie principali e poi le strade laterali. Godetevelo girando senza meta, quindi dedicatevi ai suoi principali punti di interesse. In seguito, partite per l’esplorazione dei dintorni.
Il palazzo Pretorio di Anghiari, oggi usato come sede del Comune, si trova in piazza del Popolo, ed è un antico palazzo risalente al XIV secolo che rappresentava il centro del primo nucleo cittadino.
Sulla facciata sono rappresentati in bassorilievo gli stemmi dei podestà che amministrarono Anghiari per conto del governo della Repubblica di Firenze; al piano terra c’è anche un bell’affresco del XV secolo, probabilmente opera di Antonio di Anghiari, un maestro di Piero della Francesca.
La storia del palazzo Pretorio è lunga e tormentata, tanto che nel XIX secolo venne usato come carcere. Inoltre, al piano terra è stata ritrovato un reperto romano, una vasca vinaria.
L’imponente castello di Montauto, situato in località La Scheggia, è un castello medievale di proprietà della famiglia Barbolani, una tra le famiglie aristocratiche più antiche d’Italia.
Eretto alla fine del 1100 fu parzialmente ricostruito alla metà del ‘500 e presenta oggi elementi in stile rinascimentale e della fine dell’800.
Si trova sul colle di Montauto, a quasi 800 metri di altitudine sopra il livello del mare, in posizione dominante e di difficile accesso. Per questo motivo, durante la sua storia assunse un’importanza strategica.
Presso il castello di Montauto per tre secoli è stato conservato il saio di San Francesco d’Assisi, dall’autunno del 1224 al 1503, quando è stato trafugato dai fiorentini e portato a Firenze e poi, nel 2005 a La Verna.
Il castello è privato e non visitabile ma è una location rinomata per matrimoni ed eventi.
All’interno di Palazzo Marzocco, in piazza Mameli, in centro storico, si trova il museo della battaglia e di Anghiari, istituito nel 2000. Rappresenta il museo storico di Anghiari e al suo interno vi sono esposte numerose collezioni, che vanno dalla preistoria fino al XVIII secolo.
Tra strumenti in pietra dell’uomo di Neanderthal, sculture dell’età romana e armi da fuoco create durante i tempi della Rivoluzione francese, il museo mette in mostra le capacità dell’uomo nel trovare le risorse.
Ampio spazio viene infine dato alla battaglia di Anghiari, con approfondimento sul dipinto di Leonardo da Vinci mai portato a termine, messo in mostra assieme a tutte le sue copie tramite un sistema digitale.
Il museo della battaglia e di Anghiari è aperto dal 1 Aprile al 1 Novembre tutti i giorni dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:30, mentre dal 2 novembre al 31 marzo l’orario pomeridiano si accorcia di un’ora. Il museo rimane chiuso il giorno di Natale.
Per una gita fuori porta tra Anchiari e Sansepolcro, non perdetevi la riserva naturale dei Monti Rognosi, istituita nel 1998. Con la sua superficie di ben 156 ettari, è parte dei Monti Rognosi, dichiarato sito di importanza comunitaria.
All’interno della riserva potrete camminare attraverso un territorio montano aspro e incontaminato, molto ricco di flora e fauna. I sentieri, segnalati, si possono percorrere a piedi, in bici o a cavallo, ma è possibile anche camminare tra boschi, campi e strade secondarie.
Ci sono alcuni sentieri di importanza storica, come quello denominato “la via delle miniere”, altri dedicati alla natura, e persino uno dedicato a San Francesco d’Assisi e al suo saio.
L’antica chiesa di Santo Stefano si trova ad Anghiari in via della Battaglia, ed è una delle poche testimonianze di architettura religiosa alto medievale giunta fino ai giorni nostri. Si parla di un edificio del VII secolo, e quindi davvero antichissimo, situato al di fuori delle mura del borgo storico, in direzione di Sansepolcro.
Visitatela da fuori per ammirare le linee austere dello stile medievale, influenzato da caratteri bizantini, mentre all’interno c’è una bella tavola opera di Domenico di Michelino, la Madonna con Bambino e Santi.
Anghiari ed altri centri della Valtiberina furono nella prima metà dell’XI secolo sotto il dominio longobardo: a tale periodo risale il fenomeno dell’ incastellamento nei punti strategici della valle del Sovara, del Tevere e del Singerna.
Si segnalano principalmente il Castello di Montauto, quello di Galbino e Sorci quali esempi più significativi e meglio conservati di fortilizi nei dintorni di Anghiari.
Da ricordare inoltre i castelli di Pianettole, Toppole e Valialle, tutti parte del sistema di fortificazioni poste a difesa della parte destra della valle del Sovara e lo staordinario esempio di villa fortificata La Barbolana.
Essendo tutti gli edifici di proprietà privata, sono visitabili solo esternamente mentre per una eventuale visita degli interni è consigliabile prendere accordi con i proprietari, previo contatto con la sede del Sistema Museale di Anghiari.
Posto tra un affluente del Sovara e la strada provinciale della Libbia, Galbino fu un antico castello le cui origini si possono far risalire al Mille, essendo feudo del Conte Ranieri. Trasformato in residenza gentilizia, il castello si presenta oggi con torretta al centro della copertura e torrioncini cilindrici posti agli angoli della pianta quadrata. Una splendida loggia con colonne in pietra corre lungo tutta la facciata. Esso e’ ben visibile dall’alto della strada che congiunge la frazione di Tavernelle con l’ex Convento di San Niccolò a Gello (centro modernamente attrezzato per l’accoglienza di gruppi e comunità religiose).
Nel 1268 fu distrutto per mano di alcuni soldati tedeschi al seguito di Corradino di Svevia, in guerra contro Carlo d’Angiò. Sottomesso poi alla dominazione fiorentina, fu dimora del capitano di ventura Baldaccio d’Anghiari. All’epoca il fortilizio contava addirittura una trentina di armigeri a sorveglianza di un’inespugnabile cinta muraria munita di fossato. Nei secoli a seguire il castello subì delle ristrutturazioni, fino ad assumere l’aspetto di villa seicentesca in cui tuttora risalta il torrione da essa incorporato.
Trasformato in fattoria, oggi il Castello di Sorci ospita uno dei ristoranti più tipici d’Italia, molto conosciuto per i personaggi che regolarmente lo frequentano (attori di cinema, presentatori televisivi, cantanti, giornalisti, scrittori…).
A tale proposito si ricorda che le sue stanze hanno fornito l’ispirazione della sceneggiatura del film “Non ci resta che piangere” di e con Roberto Benigni e Massimo Troisi, all’epoca ospiti del castellano di Sorci. Nelle sere estive, sotto il cielo stellato, ancora a qualcuno sembra di sentire lo sferragliante rumore dell’armatura di Baldaccio, il cui fantasma anima la vita del suo antico maniero.
Risalente al VIII-IX secolo è un edificio preromanico a tre absidi ubicato a poca distanza da Anghiari, sulla strada che conduce ad Arezzo (via Libbia). L’influenza dei Camaldolesi sull’impianto della chiesa (XI-XII secolo) è documentato, all’interno, dalla torre che un tempo aggettava sulla parte centrale della facciata, denunciando un forte influsso francese.
Chiesa battesimale in epoca paleocristiana e successivamente, dopo la proprietà dei conti di Galbino, di giurisdizione camaldolese. All’interno sono conservati frammenti di sculture altomedievali, tracce di affreschi del XIV secolo, una tela attribuita al pittore aretino Niccolò Soggi (Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Girolamo) e la tavola con l’Assunta riferita a Giovan Battista Naldini.
Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.
Nel 1440 fiorentini e milanesi si scontrarono presso Anghiari, in una sanguinosa battaglia passata alla storia. Lo scontro fu molto importante anche per gli equilibri geopolitici dell’epoca, e venne vinto dalla repubblica di Firenze con l’aiuto dei cavalieri della repubblica di Venezia, che bloccarono l’avanguardia milanese. Inoltre, anche lo Stato Pontificio rimase accanto alla Repubblica di Firenze. La disfatta per il Ducato di Milano fu netta e rapidissima: successe tutto in meno di 24 ore.
Tuttavia, nonostante la brevissima durata del conflitto, le sue voci sono giunte fino ai giorni nostri grazie alla sua rappresentazione per mano di Leonardo da Vinci, che attorno al 1503 creò una pittura murale sulle pareti del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Purtroppo oggi dell’opera non c’è traccia, poichè circa 60 anni dopo il Vasari decorò completamente il salone; tuttavia, è stato ipotizzato che Leonardo non portò mai a termine l’opera e soprattutto non iniziò nemmeno la fase di pittura, poichè si fermò con la fase preparatoria del muro, la quale portò alla luce diversi problemi a causa di un difetto dell’intonaco.
Tuttavia ne restano ancora oggi diversi studi autografi, che Leonardo svolse in più di un anno di lavoro assieme a sei assistenti, sulla base dei quali diversi artisti hanno realizzato delle copie. Tra queste, la più famosa è senza dubbio quella del pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, oggi esposta al Louvre.
Nel centro di Anghiari e nei suoi immediati dintorni ci sono due hotel e alcuni appartamenti; soggiornare qui è l’ideale per avere le bellezze del borgo storico a portata di mano, e visitarle comodamente a piedi senza doversi spostare in auto.
Ma basta muoversi di qualche chilometro dall’abitato, e si è già nel pieno della campagna toscana. In questo splendido ambiente troviamo molti agriturismi, ville e resort, tutte strutture di ottimo livello ricavate da ristrutturazioni anche importanti, effettuate negli ultimi 20 anni.
Oggi, soggiornare in una casa di campagna in Toscana è una scelta vincente, per godersi al meglio sia i tipici panorami fatti di colline e vigneti, sia per rilassarsi al massimo in un ambiente sereno e rilassato, magari a bordo piscina, finendo la giornata in bellezza al ristorante, dove spesso il menu è a base di prodotti tipici del territorio cucinati sul momento.
Geograficamente Anghiari si trova nel cuore dell’Italia, ma considerando soltanto la Toscana è situata all’estremità ovest, in posizione molto defilata, e pertanto non è sempre troppo semplice da raggiungere.
Da Firenze ad esempio ci vogliono quasi due ore: si viaggia lungo l’autostrada A1 fino ad Arezzo, e raggiunto il capoluogo si procede lungo la strada provinciale SP43. L’ultimo tratto di strada, quello che separa Arezzo e Anghiari, si percorre in circa 30-35 minuti.
Raggiungere Anghiari da Siena significa invece percorrere una distanza di circa 100 chilometri lungo la strada statale SS715 passando per Taverne d’Arbia e Rapolano Terme, sconfinando quindi in provincia di Arezzo nei pressi di Lucignano e proseguendo via Monte San Savino per la strada statale SS73. La durata del viaggio è di poco meno di un’ora e mezzo.
Anghiari è poi molto distante dal mare, e ciò fa sì che il viaggio dalle città costiere della Toscana come Pisa e Livorno sia piuttosto lungo: si parla di quasi 3 ore, per una distanza totale di oltre 100 chilometri. Sia da Pisa che da Livorno si arriva prima a Firenze, e poi si prosegue verso Arezzo prima di arrivare a destinazione.
Per chi viaggia con i mezzi pubblici, l’unica opzione è l’autobus in partenza dall’Arezzo Terminal di via Marconi, nei pressi della stazione centrale. La linea d’interesse è la SI381 Arezzo-Sansepolcro-Città di Castello-Lerchi, gestita da Sitabus, che in meno di un’ora conduce a destinazione. Naturalmente, prima occorre ad arrivare ad Arezzo, e questo lo si fa comodamente in treno da qualsiasi provincia della Toscana.
Che tempo fa a Anghiari? Di seguito le temperature e le previsioni meteo a Anghiari nei prossimi giorni.
Anghiari si trova in provincia di Arezzo, vicino a San Sepolcro, non distante dal confine con l'Umbria.